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In un periodo di crisi economica e di aumento esponenziale dei costi delle materie prime, le bollette di luce e gas crescono di pari passo
Nelle ultime settimane, grazie ad una congiuntura economica lievemente meno sfavorevole del solito, i costi dell’energia e di alcune materie prime sono sensibilmente diminuiti. Se si tratti di uno scenario transitorio o tutto sommato stabile potremo scoprirlo a breve.
Una delle conseguenze benefiche di tale oscillazione verso il basso è un certo alleggerimento della bolletta di luce e gas, diventata ormai negli ultimi anni il nemico numero uno dei bilanci di milioni di famiglie italiane.
I consumi energetici hanno provocato e continuano a causare un notevole depauperamento delle risorse a disposizione dei tantissimi nuclei familiari. Detto questo però, è bene ed opportuno ricordare come qualsiasi bolletta possa essere contestata dai cittadini.
Per poter ricorrere nelle sedi opportune i consumatori hanno il dovere di esibire prove tangibili per rendere credibili le proprie argomentazioni. La Corte di Cassazione però ha emesso una sentenza che va decisamente incontro a cittadini e utenti.
Bollette troppo salate, è possibile non pagarle: servono alcune condizioni
In base al pronunciando della Corte, nel caso in cui gli abbonati al servizio di luce o gas contestino la bolletta denunciando un addebito in eccesso, spetta al fornitore dell’energia dimostrare il corretto funzionamento del contatore in questione.
Il cliente dal canto suo dovrà dimostrare la reale entità dei consumi effettuati nel periodo contestato, ed è in grado di farlo grazie alle cifre rilevate nelle fatture precedenti. Dunque se il consumatore sarà in grado di dimostrare il valore abnorme dei consumi addebitati rispetto alla precedente lettura del contatore, il giudice può annullare sia la bolletta che il debito.
Bollette troppo salate, la Cassazione si schiera dalla parte del cittadino: aziende spiazzate
Entrando nei dettagli del principio enunciato dalla Cassazione, la Corte stabilisce che le bollette offrono in genere la prova dei consumi in fattura, a meno che il cittadino non ne contesti l’importo. Se il consumatore in questione contesta il funzionamento del contatore, spetta all’azienda fornitrice dimostrare la correttezza dei suddetti numeri.
Il cliente a sua volta deve provare che i consumi eccessivi sono imputabili a terzi o quanto meno che l’eventuale impiego abusivo dell’energia non sia stato favorito e promosso da sue condotte negligenti durante i controlli effettuati per impedire il compimento di atti illeciti.