Nella canzone “Mille”, nata dalla collaborazione tra Fedez, Orietta Berti e Achille Lauro c’è un verso che parla di labbra colore rosso Coca-Cola, che è diventato un tormentone dell’estate. Non è la prima volta che la bibita americana diventa protagonista di un brano musicale, senza scomodare Vasco Rossi e le sue “Bollicine”. Ma negli ultimi anni l’inserimento di brand commerciali nelle opere artistiche è stato regolamentato nel dettaglio. È proprio in virtù della normativa sul product placement che i tre cantanti sono finiti nel mirino dell’Antitrust.
In effetti l’attenzione non è rivolta alla canzone in sé, ma al videoclip che l’accompagna. Tutto nasce dalla segnalazione del Codacons, che già in passato ha duellato a più riprese con Fedez, spesso in modo feroce. L’Associazione consumatori in una nota ha scritto: “L’Antitrust ha aperto una pratica (n. DS2926) avviando le dovute attività istruttorie sul videoclip della canzone ’Mille’, denunciata per pubblicità occulta alla Coca-Cola”. Ed ha ribadito che, “al centro della vicenda non c’è il testo del brano musicale che, pur rimandando più volte alla nota bevanda, rientra nella libertà di espressione artistica e non è mai stato contestato ma il videoclip della canzone che non avrebbe rispettato le disposizioni dell’Antitrust”.
È previsto infatti che gli spettatori devono essere adeguatamente informati se nei video musicali c’è l’inserimento di marchi a scopo commerciale. Nella pagina ufficiale del video di ’Mille‘ pubblicata su Youtube c’è un avviso, ma che, come ha spiegato il Codacons, sembra del tutto insufficiente. Dal momento che l’Autorità garante in tema di video musicali ha disposto che debba essere reso palese l’inserimento di prodotti a fini commerciali, prevedendo segnali in sovrimpressione che avvisino circa la presenza di marchi a scopo promozionale”.
Per questo, in base a quanto asserito dall’Associazione, l’Antitrust avrebbe puntato il proprio faro sul videoclip di Fedez, Achille Lauro e Orietta Berti. Aprendo “una pratica volta ad accertare la violazione delle disposizioni in materia di pubblicità occulta”. Sarebbe partita già una richiesta di informazioni ai soggetti interessati. “Se fosse confermata la violazione delle disposizioni vigenti in tema di consumatori, i responsabili rischiano una sanzione fino a 5 milioni di euro” scrive il Codacons nella sua nota.