Le bombe d’acqua possono essere previste da un radar che in Sicilia ancora non c’è

Contrariamente a quanto viene affermato, le bombe d’acqua possono essere previste se viene installato un radar di nuova generazione. Purtroppo in Sicilia ancora non c’è

Palermo ancora si sta leccando le ferite dopo il violento nubifragio che ha coperto intere zone della città con acqua e fango, e distrutto centinaia di auto. Nelle ore successive al catastrofico evento, sono iniziate ovviamente le polemiche sulla sua prevedibilità e sullo stato della città. “Il sindaco di Palermo pensa solo ai migranti”, ha scritto il leader della Lega Salvini. Orlando ha risposto accusando Salvini di sciacallaggio, ed ha chiesto scusa a tutti i palermitani per quanto accaduto. E su chi pagherà i danni ha detto: «Occorre un accertamento di responsabilità». Il presidente della Regione Musumeci ha invece dichiarato in proposito: «Le bombe d’acqua non si possono mai prevedere. La verità è che in Sicilia, e non solo a Palermo, i centri urbani pagano lo scotto di devastanti speculazioni. La rete idrica sotto terra e in superficie a Palermo risente di questo tragico passato».


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LE BOMBE D’ACQUA SI POSSONO PREVEDERE

Ma oggi nel Giornale di Sicilia c’è un articolo che smentisce Musumeci. Perché le bombe d’acqua si possono prevedere. Lo ammette il capo della Protezione civile nazionale Angelo Borrelli, dichiarando: «Quello di Palermo è stato un evento straordinario, eccezionale. Non previsto, non prevedibile e non osservato perché nel nostro Paese dobbiamo completare la rete dei radar meteo. Abbiamo ancora due radar da installare: uno a Picerno, in Basilicata, e uno in Sicilia sul Monte delle Rose, al confine fra le province di Agrigento e Palermo, fra Bivona e Palazzolo Adriano. Mi auguro che venga fatto quanto prima, perché con questi radar noi avremmo potuto anche verificare, in concomitanza all’evento, l’entità del fenomeno, come stiamo facendo per il resto di Italia, a partire dal prossimo mese di ottobre quando entrerà in funzione il sistema It-Alert»

«SI POTEVANO INFORMARE DIRETTAMENTE I CITTADINI»

«Con questo sistema ─ ha concluso Borrelli ─, avremmo potuto anche informare direttamente i cittadini. Questa è la protezione civile del prossimo futuro, quindi speriamo di poter far tesoro e migliorare la nostra capacità di previsione e di prevenzione». Questa dichiarazione è sorprendente, perché si deve purtroppo riscontrare che questa mancata installazione ha lasciato e lascerà la Sicilia ancora esposta ad eventi come quelli del 15 luglio. L’attuale situazione è stata ribadita da Patrizia Livreri, docente universitaria a Palermo e ingegnere spaziale in forza all’esercito degli Stati Uniti di cui è consulente anche per il Muos di Niscemi.

POTEVA SCATTARE L’ALLARME

La dottoressa Livreri ha confermato la assoluta necessità di questi radar polarimetrici ad elevata risoluzione a frequenze millimetriche che, a differenza del normale radar meteo, danno previsioni sull’intensità delle precipitazioni. E ha precisato che se ce ne era uno già posizionato, sarebbe scattato l’allerta. Ci poteva essere, quindi, un provvidenziale allarme che avrebbe potuto evitare tanti danni. «A Palermo ─ ha affermato la docente ─ sarebbe bastato saperlo un’ora prima per chiudere i sottopassi che sono un dramma per la città. Il problema dei continui allagamenti, secondo me, è legato ad una progettazione sbagliata dell’opera». Insomma ci sarebbe stato il tempo per mettersi in salvo e posteggiare le auto, non imboccare sottopassaggi e restare a casa.