Bonifici bloccati prima delle feste, adesso ci devi pagare la tassa obbligatoria: scordati di fare scambio di denaro | Rischio per il nero
Quando si decide di fare un regalo in denaro bisogna stare molto attenti, si può incorrere in una sanzione
Quando si fa un bonifico è sempre meglio inserire una causale nel campo in cui è richiesta. Un modo per evitare di incappare in sanzioni. La causale è una breve descrizione che spiega il motivo del trasferimento di denaro eseguito tramite bonifico. Sebbene non sia un elemento obbligatorio per la validità del bonifico, la sua utilità pratica è evidente. Serve non solo a tenere traccia delle proprie operazioni finanziarie, ma anche a giustificare la natura dello spostamento di denaro in caso di controlli da parte dell’Agenzia delle Entrate. La causale, infatti, può chiarire l’intento del trasferimento, distinguendo, ad esempio, un regalo da un pagamento per un servizio.
In ambito fiscale, l’assenza di una causale chiara può creare problemi al contribuente, poiché potrebbe indurre l’Agenzia delle Entrate a presumere che il trasferimento rappresenti un reddito imponibile. Tuttavia, anche se presente, la causale non vincola automaticamente il Fisco. Ad esempio, una transazione indicata come “donazione” potrebbe essere considerata una compravendita dissimulata, se emergono prove contrarie. Di conseguenza, la causale ha valore solo se supportata da altri elementi che ne confermano la veridicità.
La causale assume particolare importanza nel caso delle donazioni indirette, come quando un genitore trasferisce denaro al figlio. In situazioni simili, è essenziale specificare chiaramente l’intento del trasferimento nella causale, ad esempio indicando “donazione per acquisto immobile”. Una causale precisa può proteggere sia il donante che il donatario in caso di accertamenti fiscali, specialmente se il beneficiario non disponeva dei mezzi per effettuare l’acquisto autonomamente.
Anche se non obbligatoria, l’indicazione della causale è una prassi consigliabile. Essa può prevenire incomprensioni o contestazioni future, sia nei rapporti personali sia con il Fisco. Essere precisi e trasparenti nel descrivere le finalità del bonifico aiuta a dimostrare la natura delle operazioni finanziarie e a evitare problemi di natura fiscale. Si tratta uno strumento semplice ma prezioso per garantire chiarezza e tracciabilità nelle transazioni.
Quando un bonifico si considera una donazione?
Un bonifico è considerato una donazione quando il trasferimento di denaro avviene senza obblighi di pagamento o controprestazioni, rappresentando un gesto di pura generosità. Per essere qualificato come tale, deve sussistere l’intento liberale, spesso espresso chiaramente nella causale del bonifico con termini come “regalo” o “aiuto economico”. Ad esempio, un genitore che trasferisce denaro a un figlio per il suo compleanno rientra in questa categoria. È importante che l’operazione non implichi obblighi contrattuali, come il pagamento di un servizio o la restituzione di un prestito.
Sul piano fiscale, la natura del rapporto tra mittente e destinatario è determinante. Se il bonifico avviene tra familiari, prevale il principio di solidarietà, e l’importo trasferito è generalmente presunto una donazione. In questo caso, non è soggetto a tassazione, salvo specifiche condizioni. Al contrario, se il bonifico avviene tra estranei, il Fisco lo presume reddito imponibile, salvo che il destinatario dimostri che si tratta di un regalo. In quest’ultima eventualità, il contribuente potrebbe essere chiamato a dichiarare la somma alle Entrate.
L’eventuale obbligo di atto notarile
L’atto notarile è necessario solo per donazioni dirette di non modico valore, ossia somme significative rispetto alla situazione economica del donante. Questo atto comporta la registrazione obbligatoria e l’imposta di registro, a carico del donatario. Al contrario, per donazioni di valore modesto o donazioni indirette – come un bonifico finalizzato all’acquisto di un bene o al saldo di un debito – non è richiesto il coinvolgimento del notaio e non si applica l’imposta di registro.
Non si può considerare una donazione un bonifico che implica una controprestazione, che sia legato alla restituzione di un prestito o alla conclusione di un contratto. Ad esempio, un trasferimento per l’acconto di un immobile o per un servizio specifico indica un rapporto contrattuale, escludendo l’intenzione liberale. In questi casi, il bonifico non solo non beneficia del trattamento fiscale agevolato riservato alle donazioni, ma è soggetto alle normali regole di tassazione.