Bonus Sicilia, a rischio esclusione migliaia di imprese: tutto per colpa di una parola
La Regione non tiene conto della difficoltà oggettiva riscontrata dalle imprese siciliane nel versamento dei contributi nel periodo della pandemia. Una leggerezza che potrebbe costare agli imprenditori l’esclusione dal “click day”
Le solite storie all’italiana: per un limite inserito nell’avviso per la richiesta del “Bonus Sicilia” si rischia di escludere la quasi totalità delle imprese siciliane. Parliamo del possesso del Durc, attestato di regolarità dei versamenti contributivi, rilasciato da Inps o Inail. A lanciare l’allarme è la Consulta regionale degli Ordini dei Consulenti del lavoro della Sicilia.
“A causa di una parola contenuta nell’Avviso pubblico, la quasi totalità delle imprese siciliane il prossimo 5 ottobre non potrà partecipare al click Day per richiedere il tanto atteso ‘Bonus Sicilia’, il contributo a fondo perduto stanziato dalla Regione siciliana per ristorare in parte le microimprese danneggiate dal ‘lockdown. La Regione nel prevedere il ‘possesso’ del Durc sembra non avere tenuto conto del fatto che le norme nazionali d’emergenza hanno anche via via rinviato la data di versamento dei contributi previdenziali fino allo scorso 15 settembre, dando la possibilità di pagare in unica soluzione oppure il 50% subito e il resto a rate. Quindi, l’Inps in questo momento non può avere la piena contezza diretta dei flussi finanziari che entreranno in cassa e spesso non può, quindi, attestare la totale regolarità”. Queste le parole di Rosalia Lo Brutto, presidente della Consulta regionale degli Ordini dei Consulenti del lavoro della Sicilia. La Consulta ha chiesto per questo all’assessore regionale alle Attività produttive, Mimmo Turano, di pubblicare tempestivamente un chiarimento che eviti di discriminare tantissime aziende.
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