Borsellino e il giorno in cui non vinse la mafia
La strage di via D’Amelio segnò l’inizio di una nuova stagione, nonostante sospetti e depistaggi che ancora pesano sulla coscienza dello Stato
Il 19 luglio del 1992 fu il giorno in cui vinse la mafia. Una vittoria plateale quanto poi rivelatasi apparente. La strage di via D’Amelio, ancora più di quella di Capaci, rappresentò il punto più alto della sconforto. E la Sicilia, terra dannata e abbandonata, l’inferno in terra, il luogo in cui la mafia regola a i suoi conti con lo Stato.
I misteri che hanno avvolto la morte di Paolo Borsellino ci hanno consegnato anche una trama squallida e in più punti controversa, in cui buoni e cattivi sembravano talvolta avere la stessa faccia. Vinse la mafia perché nel giro di 57 giorni riuscì ad annientare Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, i simboli della lotta più spietata del mondo, quella che il tritolo risolveva tutto. E che provava a piegare lo Stato a suon di cadaveri eccellenti.
Ma quella vittoria fu talmente inaccettabile che segnò un punto di svolta, sia nei meandri dello Stato che all’interno di Cosa Nostra. Fu il colpo di coda di Falcone e Borsellino, il loro sigillo immortale.
Resta la vergogna dei molti sospetti e dei depistaggi che ancora oggi connotano le 2 stragi. Resta l’urlo di dolore di Fiammetta, Salvatore e Rita Borsellino, ciascuno a modo loro capace di ricordarci che la mafia e le sue complicità si combattono senza mollare di un passo. Resta il dolore silenzioso e straziante di Agnese, Lucia e Manfredi, quest’ultimo capace di costruire un suo percorso autonomo al servizio dello Stato.
Resta il ricordo e la lezione di un giudice che come pochi altri nella storia ha saputo lasciare un modello di contrasto alla criminalità organizzata.
Paolo Borsellino, come Giovanni Falcone, rappresenta la nostra coscienza civica. Patrimonio da tutelare e difendere da tutte le eresie che la legge e l’antilegge, giorno dopo giorno, ci ripropongono ancora oggi.
Signor Paolo, il nostro pensiero oggi è per Lei e per chi come lei ha rinunciato al suo futuro per garantire uno migliore al prossimo.