Botte, urla e minacce ai bambini dell’asilo: maestra condannata a cinque anni di carcere

Le indagini dei carabinieri sono scattate dopo la denuncia della madre di un’alunna di tre anni, maltrattata ed offesa dalla maestra

zo***la

Il tribunale di Termini Imerese, presieduto da Vittorio Alcamo, ha condannato a cinque anni di reclusione, oltre all’interdizione dai pubblici uffici, una maestra accusata di avere maltrattato alcuni bambini della scuola dell’infanzia Beato Pino Puglisi di Villafrati. Il giudice ha riconosciuto Maria Pia Traina, di 49 anni, originaria di Santo Stefano Quisquina, nell’Agrigentino, parzialmente incapace di intendere e di volere, e questo ha ridotto un po’ l’entità della pena. I giudici hanno accordato alle parti civili un risarcimento da quantificare in sede civile. L’imputata era già finita in passato sotto processo per i maltrattamenti che avrebbe inflitto agli alunni di una scuola di Prizzi. Allora fu scagionata

Le intercettazioni con videocamere e microfoni

La vicenda è nata dalla denuncia della mamma di uno dei cinque bambini fra i 3 e i 5 anni che la mastra avrebbe offeso e maltrattato. I carabinieri piazzarono nella scuola videocamere e microfoni, che hanno permesso di ricostruire i fatti, che risalgono al periodo compreso fra marzo e maggio del 2021. A giugno di quell’anno la maestra era finita agli arresti domiciliari. Infatti, in base alla ricostruzione dell’accusa, avrebbe strattonato, picchiato e minacciato i bambini, negando loro perfino di andare in bagno. Vennero intercettate alcune frasi, fra cui: “Oggi ti frusto con questo, pezzo di maleducato, cretino”, ed anche: “Non hai chiuso la bottiglia, ti do un pugno in testa”. Rivolgendosi ad un bimbo gli ha detto: “Ti metto un tappo in bocca e ti mando a casa, meglio che non vieni più a scuola”, ed ad altri: “Vi taglio la lingua con il coltello”.

Gli inquirenti riportano anche che in una circostanza, mentre stava col cellulare all’orecchio ha tirato un bambino per la maglietta per farlo sedere, e gli ha fatto sbattere la testa contro lo spigolo del banco.

Il giudice: “Uno scenario di violenza fisica, verbale e di sopraffazione”

Per il gip che aveva firmato l’ordinanza era emerso “uno scenario di violenza fisica, verbale e di sopraffazione che vede come vittime totalmente inermi dei bambini in tenera età”. Il giudice aveva anche parlato di “costanti e continue vessazioni, umiliazioni, fisiche e psicologiche, agite dalla maestra ai danni dei piccoli allievi: bimbi che non hanno ancora compiuto neanche quattro anni… Alle immagini si accompagna la trascrizione dei dialoghi, o meglio delle urla, dell’indagata che appare come un soggetto dawero fuori controllo. La donna è particolarmente assorbita da conversazioni intrattenute con il suo telefono cellulare durante l’orario scolastico e lascia sovente i bambini, davvero piccoli, in balia di se stessi per poi richiamare la loro attenzione con urla… parolacce ed insulti”.