Brancaccio, coltivava marijuana a pochi metri dal commissariato: arrestato

Sequestrate 197 piante di varia altezza. Ad allertare gli agenti di Polizia l’acre odore avvertito mentre passavano per via Giafar

marijuana

La Polizia ha arrestato un giovane di 30 anni nel quartiere Brancaccio, a Palermo, accusato di produzione di sostanza stupefacente e furto di energia elettrica. La perquisizione domiciliare della sua abitazione ha permesso infatti di rinvenire un ingente quantitativo di marijuana, coltivata in modalità “indoor”. Accertato inoltre un allaccio diretto alla rete elettrica pubblica.

Trentenne in arresto a Brancaccio, sequestrate 197 piante di marijuana 

Nel pomeriggio del 27 dicembre, agenti del Commissariato di P. S. Brancaccio, in transito per via Giafar, hanno avvertito un acre odore provenire dalle abitazioni di una palazzina, a poche centinaia di metri dal commissariato. A seguito degli accertamenti espletati, hanno dunque eseguito la perquisizione domiciliare al piano primo dello stabile, che ha permesso di rinvenire l’ingente quantitativo di sostanza stupefacente. 

Gli accertamenti hanno consentito di giungere all’individuazione dell’utilizzatore, soggetto noto alle forze dell’ordine per reati della stessa specie. L’attività investigativa ha consentito il sequestro di 197 piante di varia altezza di sostanza stupefacente, per complessivi 96 kg circa. Sequestrato anche materiale utile alla produzione: lampade alogene, filtri, condizionatori, ventilatori e concimante.

Nel contesto delle operazioni è stato accertato un allaccio diretto alla rete elettrica pubblica in relazione al quale personale dell’E-distribuzione ha provveduto al distacco.

L’arresto

Gli agenti hanno così arrestato T. D. S., classe ’92, per produzione di sostanza stupefacente ex art. 73 d. P. R. n. 309/1990 e furto di energia elettrica. All’esito dell’udienza di convalida, il giovane si trova ora agli arresti domiciliari.

Giova precisare che l’indagato è indiziato in merito al reato contestato. La sua posizione sarà definitiva solo dopo l’emissione di una, eventuale, sentenza passata in giudicato, in ossequio al principio costituzionale della presunzione di innocenza.

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