Buoni pasto, oggi non saranno accettati in bar, ristoranti e supermercati
Molti esercenti hanno deciso di non accettare i ticket per protesta contro le commissioni troppo alte durante la giornata odierna. “Le commissioni a carico di noi esercenti sono insostenibili. Per ogni buono da 8 euro ne incassiamo poco più di 6” lamentano i promotori dell’iniziativa.
LO SCIOPERO CONTRO I BUONI PASTO
Oggi, mercoledì 15 giugno, non sarà possibile pagare con i buoni pasto nella maggior parte dei bar, ristoranti e supermercati. L’iniziativa, proclamata da Confcommercio Fipe, Fida Confesercenti, Federdistribuzione, Coop e Ancd Conad, è stata promossa per chiedere una riforma del sistema. “Le commissioni a carico di noi esercenti sono insostenibili per ogni buono da 8 euro ne incassiamo poco più di 6” lamentano i promotori dell’iniziativa.
Le ragioni della protesta derivano dal fatto che per ciascun buono da 8 euro, l’esercente incassa poco più di sei euro. Detratti gli oneri di gestione e quelli finanziari, si registra un deprezzamento del 30%. Quindi, ogni 10mila euro di buoni incassati, gli esercizi convenzionati perdono circa 3mila euro. Gli stessi chiedono “una riforma radicale del sistema di erogazione dei buoni pasto”.
COSA SONO I BUONI PASTO
Il buono pasto è un mezzo di pagamento dal valore predeterminato, concesso a molti lavoratori dipendenti che non hanno la possibilità di rientrare a casa per pranzo. Solitamente dal valore non inferiore a 5 euro, può essere utilizzato per acquistare esclusivamente un pasto o prodotti alimentari. Le aziende che forniscono questo benefit hanno a loro volta un vantaggio economico.
Nel corso della giornata odierna, quindi, i principali marchi della grande distribuzione non accetteranno buoni pasto come metodo di pagamento per la spesa.
L’APPELLO DI FIPE-CONFCOMMERCIO
“Con questa giornata di sospensione del servizio vogliamo sensibilizzare i lavoratori, e più in generale i consumatori, sulle gravissime difficoltà che le nostre imprese vivono quotidianamente a causa delle elevate commissioni che dobbiamo pagare sui buoni pasto. Parliamo di una vera e propria tassa occulta che supera anche il 20% del valore del buono“. Così Aldo Mario Cursano, vicepresidente di Fipe-Confcommercio, che parla di “una protesta che ha l’obiettivo di salvaguardare la funzione del buono pasto perché se si va avanti così sempre meno aziende saranno disposte ad accettarli. Insomma, il buono pasto rischia di essere inutilizzabile. C’è bisogno di una vera riforma che renda il sistema economicamente sostenibile anche per le nostre imprese che in fin dei conti sono quelle che danno il servizio ai lavoratori”.
“Ma è altrettanto urgente – conclude il vice presidente di Fipe – far sì che la prossima gara Consip da 1,2 miliardi di euro non venga aggiudicata con gli sconti delle precedenti perché saremo noi a pagarli per di più in un momento in cui le imprese sono a rischio per gli insostenibili aumenti dei costi dell’energia e delle materie prime”.