Busta paga zero euro: questo mese arriva il “cedolino secco” | Se non paghi prima le tasse ti bloccano lo stipendio

Soldi (Pixabay) PalermoLive

Per molti italiani potrebbero esserci brutte novità nel prossimo futuro. Se non ti metti in regola rischi di non ricevere lo stipendio. 

La busta paga, o cedolino paga, è un documento fondamentale che il datore di lavoro consegna al dipendente per attestare la retribuzione e gli altri elementi relativi al rapporto di lavoro per un determinato periodo. Oltre all’importo dello stipendio netto, la busta paga contiene diverse voci che illustrano come si arriva a tale cifra.

Tra queste, troviamo la retribuzione lorda, comprensiva della paga base, degli eventuali scatti di anzianità, superminimi o indennità. Vengono poi indicate le trattenute previdenziali (contributi INPS a carico del dipendente) e fiscali (IRPEF e addizionali regionali e comunali). Sono inoltre specificate le detrazioni fiscali a cui il lavoratore ha diritto e l’eventuale presenza di assegni familiari o altri bonus.

Una differenza sostanziale tra la busta paga dei dipendenti pubblici e privati risiede spesso nella tipologia di voci e nelle specifiche normative contrattuali. Ad esempio, nel settore pubblico possono essere presenti voci legate a specifici fondi pensione o indennità particolari previste per quel comparto. Anche la gestione delle assenze e il calcolo del TFR ossono presentare delle peculiarità.

Inoltre, le modalità di calcolo e le aliquote delle trattenute fiscali e previdenziali sono generalmente le stesse per entrambi i settori, in quanto basate su leggi statali. Tuttavia, le progressioni di carriera, gli scatti salariali e le indennità accessorie possono variare significativamente in base al contratto collettivo di riferimento.

L’evasione fiscale dilagante

L’evasione fiscale in Italia rappresenta un fenomeno di notevole portata, con un impatto significativo sull’economia nazionale. Le stime più recenti indicano che ogni anno decine di miliardi di euro vengono sottratti al fisco, depauperando le risorse destinate ai servizi pubblici essenziali e creando un carico fiscale maggiore per i contribuenti onesti.

Questo mancato gettito limita la capacità dello Stato di investire in infrastrutture, sanità, istruzione e welfare, con ripercussioni sulla qualità della vita dei cittadini e sulla competitività del sistema Paese. La lotta all’evasione fiscale è quindi una priorità per il governo, impegnato nell’adozione di misure volte a contrastare questo fenomeno complesso e dannoso.

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Hai debiti? Niente stipendio

A partire dal 2026, i dipendenti pubblici con debiti fiscali superiori a 5.000 euro e retribuzioni superiori a 2.500 euro vedranno sospeso il pagamento dello stipendio e di altre indennità. Questa misura, introdotta dalla Legge di Bilancio 2025, prevede che la Pubblica Amministrazione blocchi i pagamenti per chi ha consistenti pendenze tributarie.

Secondo i dati del MEF, circa 250.000 dipendenti pubblici rientrano in questa casistica, di cui circa 30.000 percepiscono uno stipendio medio di 3.500 euro. In questi casi, l’erogazione della retribuzione sarà interrotta e segnalata all’Agenzia delle Entrate Riscossione, che procederà al blocco di una parte dello stipendio per recuperare il debito.