L’ennesimo incidente che, per fortuna, o per miracolo per chi ci crede, è finito bene. Stamattina, come avviene spesso in giornate particolarmente ventose, le palme di via Monteverdi, una strada del quartiere Malaspina-Palagonia, lasciano cadere i propri rami. Seduta sul muretto di un’aiuola c’era una donna che, muovendosi agilmente, è riuscita ad evitare, con un balzo, di essere colpita.
Almeno 70 i rami staccatisi da uno dei trenta alberi, washingtonia filifera, posti in fila in via Monteverdi. L’incidente ha provocato solo lievi danni ad un’auto, ma poteva avere cause ben più gravi. Finora è andata bene, ma sarebbe necessaria una potatura delle palme per non affidare il tutto alla fortuna o, ancora peggio al destino o ai miracoli. Ma a chi spetta effettuarla?
Una disputa infinita quella delle palme di via Monteverdi, tra gli amministratori del civico 19 e i dirigenti di Ville e Giardini che negli anni si sono succeduti. Non è chiaro chi debba occuparsi della potatura di questi storici alberi. Il Comune sostiene che le palme siano private e appartenenti ai palazzi e che a ripulirle dovrebbe essere il condominio, ma gli abitanti di via Monteverdi non ci stanno, perché la messa a dimora delle palme, a quanto sembra, è precedente alla costruzione dei palazzi.
Una lettera del Conte Pietro Lucchesi Palli dei principi di Campofranco e duca della Grazia, indirizzata a Raffaele Compagno, vecchio amministratore di casa Campofranco, il 16 aprile del 1906, riportata dal quotidiano La Repubblica qualche anno fa, sembrerebbe dare ragione ai condomini, ovvero che le piante non appartengono ai palazzi di via Monteverdi, che sono stati costruiti negli anni ’60, ma a qualcun altro che le ha messe a dimora molto tempo prima: «Carissimo Compagno, come saprà dal mio telegramma – scrive Lucchesi Palli – mi sono fidanzato con S.A.R. la principessa Beatrice di Borbone Parma. È inutile che le scrivo che sono felicissimo, perché ciò si capisce da sé. Il matrimonio sarà nel mese di luglio, e abbiamo intenzione di stabilirci a Palermo alla villa di Malaspina, almeno per gran parte dell’anno. Perciò – continua il nobile – sarà necessario mettere la casa a posto. Vorrei però che lei mi mandasse subito un piano dettagliato della casa ed i suoi ambienti. I lavori necessari si dovranno fare quest’estate, per poter trovare la casa pronta a novembre quando torneremo a stabilirci là». La promessa sposa dal lungo nome, Beatrice Colomba Maria Immacolata Leonia di Borbone-Parma, ha ventisette anni e abita nel castello di Schwarzau, in Austria – scrive La Repubblica -. A Palermo gli sposini verranno ad abitare nella casina di Malaspina, dal lungo viale fra due file di palme, circondata da un vasto agrumeto. Quella che allora si chiamava palazzina Duchessa della Grazia e che oggi si chiama soltanto Villa Isnello, fra i palazzoni di via Claudio Monteverdi.
Basta posizionarsi al centro della strada per accorgersi che il lungo filare di alberi è perfettamente perpendicolare al portone di Villa Isnello, quindi, per deduzione, si trattava di un ingresso alberato della costruzione.
La sicurezza dovrebbe avere la priorità, ma come al solito si procede con “rimpalli” e burocrazia. In attesa di sapere chi dovrà “sborsare” i soldi per potare le palme washington di via Monteverdi, il vento “fa strage” di rami e oggi sono dovuti intervenire i Vigili del fuoco per la messa in sicurezza di uno dei trenta alberi. Alla fine dell’intervento, che è consistito nel raggiungere con una scala motorizzata la cima della palma per tagliare con una sega elettrica tutto il secco della pianta, un caposquadra ha invitato l’amministratore del condominio a chiamare una ditta per ripulire la strada dai rami, con addebito delle spese ai residenti.
Durante l’amministrazione Cammarata, le palme di via Monteverdi sono state potate. Un precedente che insinua altri dubbi su chi deve realmente occuparsi della cura di quelle piante. Ma perché dieci anni fa il Comune di Palermo è intervenuto a spese sue e adesso, con l’amministrazione Orlando, la risposta è che spetta ai residenti? La vicenda andrebbe chiarita e approfondita al più presto, perché mentre si gioca a “rimpiattino”, qualcuno – ci auguriamo naturalmente di no – potrebbe farsi male. E a quel punto non ci saranno solo spese da attribuire ma anche gravi responsabilità.