Un operatore sanitario è stato aggredito all’ospedale Civico di Palermo da due persone, parenti di un paziente. L’episodio di violenza è avvenuto lunedì sera. L’uomo si sarebbe dovuto presentare la mattina per un incisione dell’ascesso, ma si è presentato molto agitato di pomeriggio al pronto soccorso. La dottoressa di turno della sala operatoria, dopo una prima valutazione, decise che il paziente andava operato subito. Prima, però, l’uomo si doveva sottoporre agli esami del caso prima dell’intervento.
Nel frattempo era salito un operatore sanitario alla quale sarebbe stato chiesto di accompagnare il paziente, autonomo e senza nessun problema motorio, di nuovo al pronto soccorso. L’operatore avrebbe risposto che era lì per cercare una cartella clinica per un’altra urgenza e che quindi non poteva accompagnarlo. Una risposta che non sarebbe piaciuta al paziente, che in primis, lo avrebbe insultato; poi, non contento gli avrebbe lanciato addosso una bottiglietta d’acqua per infine dargli un calcio. L’operatore è riuscito in un primo momento a parare il colpo, ma ciò avrebbe alimentato la reazione del paziente e del padre che lo avrebbero aggredito.
L’operatore sanitario è riuscito a divincolarsi e rifugiarsi all’interno del triage. L’uomo, però, di circa 40 anni è stato raggiunto dal padre e dal fratello che lo hanno brutalmente aggredito, con pugni, calci e anche morsi in testa. Durante il pestaggio, uno degli aggressori avrebbe preso anche un bisturi minacciando chi voleva intervenire in difesa della vittima. Sono intervenuti i carabinieri che hanno provveduto a denunciare due persone di 35 e 60 anni. I militari hanno acquisito anche le immagini di videosorveglianza che si trovano nel triage del nosocomio.
Per la vittima, ancora sotto shock per quanto accaduto, la prognosi è di tredici giorni: ha riportato problemi al timpano anche se è stata esclusa la rottura dell’udito, ferite al volto e in testa.
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