Caldaia, continua la ‘caccia alle streghe’: se hai ancora uno di questi modelli ti impalano | Multe da 3.000€ via raccomandata

Caldaia - fonte pexels - palermolive.it
C’è un obbligo di sicurezza che nessuno conosce, ma se non lo fai potresti dover incorrere in una multa salatissima
La revisione periodica della caldaia è un intervento fondamentale per garantire la sicurezza domestica e l’efficienza energetica degli impianti. Al pari della revisione obbligatoria per i veicoli, anche la manutenzione delle caldaie è regolamentata dalla legge ed è indispensabile per evitare malfunzionamenti e per ridurre l’impatto ambientale. Il Decreto Legislativo 311/2006 stabilisce tempistiche e modalità di controllo, imponendo sanzioni per chi non si attiene alle norme.
La frequenza con cui va effettuata la revisione varia in base alla potenza dell’impianto e al tipo di combustibile utilizzato. Le caldaie con potenza superiore ai 35 kW devono essere controllate annualmente, mentre per quelle con potenza inferiore i tempi sono più variabili. Gli impianti alimentati a biomassa o combustibile liquido richiedono una manutenzione annuale, mentre le caldaie a gas possono essere controllate con una cadenza compresa tra i due e i quattro anni, a seconda della loro tipologia e della data di installazione.
Il processo di revisione della caldaia si compone di due fasi principali. La prima è la manutenzione ordinaria, che prevede la pulizia dei componenti e la verifica del corretto funzionamento dell’impianto. La seconda riguarda il controllo dei fumi, un’analisi tecnica che serve a monitorare la combustione e a verificare che le emissioni siano conformi agli standard ambientali. Entrambi gli interventi sono indispensabili per garantire la sicurezza dell’impianto e la sua efficienza.
Dopo la revisione, il tecnico abilitato rilascia un bollino di conformità che attesta il rispetto delle normative. Per le caldaie con potenza fino a 35 kW viene applicato il bollino blu, mentre per gli impianti con potenza compresa tra 35 e 350 kW si utilizza il bollino verde. Questo adesivo certifica la sicurezza dell’impianto e rappresenta una garanzia per chi lo utilizza.
Responsabilità tra proprietari e inquilini
L’obbligo di manutenzione della caldaia ricade su proprietari e inquilini a seconda del tipo di intervento necessario. La manutenzione ordinaria è a carico dell’inquilino, in quanto utente diretto dell’impianto. Al contrario, interventi straordinari o la sostituzione della caldaia spettano al proprietario. È inoltre essenziale che l’inquilino conservi il libretto della caldaia, un documento che certifica gli interventi eseguiti e ne facilita il monitoraggio.
Il costo di una revisione standard, che comprende sia la manutenzione ordinaria che il controllo dei fumi, varia tra i 120 e i 200 euro. La manutenzione può costare tra i 40 e i 70 euro, mentre l’analisi delle emissioni ha un costo che oscilla tra gli 80 e i 120 euro. In caso di guasti, il prezzo dell’intervento può aumentare in base alla complessità della riparazione e alla necessità di sostituire componenti.

Sanzioni per mancata manutenzione
Oltre a rappresentare un rischio per la sicurezza, la mancata revisione della caldaia comporta pesanti sanzioni economiche. Le multe possono variare dai 500 ai 3.000 euro, a seconda della gravità della violazione. La mancanza di controlli può favorire problemi come blocchi del tiraggio dei fumi o perdite di gas, con conseguenze gravi quali intossicazioni da monossido di carbonio o, nei casi più estremi, esplosioni.
Sottoporre la caldaia a controlli periodici non è solo un obbligo di legge, ma un atto di responsabilità nei confronti della sicurezza domestica e della tutela dell’ambiente. Una caldaia ben mantenuta riduce il rischio di incidenti, migliora il rendimento energetico e garantisce un funzionamento più efficiente, contribuendo anche alla riduzione delle emissioni nocive nell’atmosfera.