A causa del caldo e della mancanza di piogge, la terra soffre; questo provoca seri danni all’agricoltura. È quanto emerge da un’analisi condotta da Coldiretti che rileva come i terreni siano, ormai, secchi. Dopo l’anticipo della vendemmia, a rischio anche la raccolta di mele e pomodori
Le alte temperature registrate in quest’estate bollente hanno causato danni pari a oltre un miliardo di euro nelle campagne, favorendo il diffondersi di malattie e insetti dannosi per le colture, come la cimice asiatica. Non a caso, quest’anno, la vendemmia è stata anticipata di almeno sette giorni rispetto alle stagioni passate. Inoltre, il caldo torrido ha bruciato la frutta e la verdura, ha causato la caduta delle olive dagli alberi, ha impoverito i raccolti di mais, soia, girasole e pomodoro da conserva.
Per combattere la siccità, si attendono le piogge che, si spera, siano lunghe, costanti e non intense. Nel caso in cui si verificassero fenomeni metereologici estremi, come forti temporali o bombe d’acqua, questi provocherebbero danni non solo alle colture, ma anche ai terreni. Infatti, la terra non riuscirebbe ad assorbire l’acqua che cade e tenderebbe ad allontanarsi per scorrimento provocando frane e smottamenti.
La siccità nei campi è, ancora oggi, il problema principale. Dal nord al sud della Penisola, ci sono “vaste aree del territorio che non vedono cadere acqua da mesi con pesanti effetti sulla crescita delle coltivazioni” ha sottolineato Coldiretti.
Oltre alla già avviata vendemmia, è partita anche la raccolta delle mele, il frutto più consumato dagli italiani, con un calo del 4% rispetto allo scorso anno. Il maltempo e le gelate primaverili hanno causato ritardi di almeno una settimana nella maturazione e fatto diminuire la produzione a poco più di 2 miliardi di chili nel 2021, con cali fino al 23% rispetto al 2020. In Alto Adige, dove la mela è il frutto simbolo, si attende una produzione di oltre 945 milioni di chili, pari a un + 5%; al contrario, in Trentino, continua Coldiretti, la produzione ha subito un calo del 7% con circa 493 milioni di chili e il Veneto fa registrare un crollo del 14% con quasi 173 milioni di chili.
L’Italia si conferma il primo produttore di mele Bio in Europa e vanta sei tipologie di frutto a Denominazione di Origine riconosciuta dall’Unione Europea: la Mela Val di Non Dop, la Mela Alto Adige Igp, la Mela del Trentino Igp, la Melannurca Campana Igp, la Mela Valtellina Igp, la Mela Rossa Cuneo Igp.
Il caldo torrido, unito al problema della mancanza di trasporti, ha avuto effetti negativi anche sul pomodoro. Nelle regioni del Sud, si è perso il 20% del pomodoro che marcisce sui campi, causando un grave danno a questa filiera del Made in Italy che esporta poco meno di 2 miliardi di euro di pummarola, passata e sughi in tutto il mondo. “Rispetto allo scorso anno, sono venuti infatti improvvisamente a mancare i mezzi e i conducenti necessari a trasferire il raccolto negli stabilimenti di lavorazione della Campania e della Puglia” ha sottolineato Coldiretti.
La preoccupazione principale è l’arrivo di prodotto dall’estero. Le importazioni di derivati del pomodoro sono più che raddoppiate (+103%) nei primi quattro mesi del 2021, secondo un’analisi Coldiretti su dati Istat. In questo modo, l’Italia rischia di perdere il primato di produttore europeo di pomodoro davanti a Spagna e Portogallo e il secondo a livello mondiale subito dopo la California, con una filiera che coinvolge circa 7.000 imprese agricole, oltre 90 imprese di trasformazione e 10.000 addetti.