Con una nota congiunta il ministro per gli Affari regionali Francesco Boccia e il presidente dell’Anci, Antonio Decaro hanno annunciato un bando per reclutare 60.000 “assistenti civili”. Il loro compito sarà collaborare al rispetto del distanziamento sociale, e per dare sostegno alla parte più debole della popolazione. Il bando è rivolto a inoccupati, a chi non ha vincoli lavorativi, anche percettori di reddito di cittadinanza o a chi usufruisce di ammortizzatori sociali. Saranno individuati su base volontaria, coordinati come sempre nell’emergenza dalla Protezione civile, che indica alle Regioni le disponibilità su tutto il territorio nazionale, e impiegati dai sindaci per attività sociali.
Questo bando, frutto dell’accordo fra il ministro degli affari regionali e l’Anci a molti non piace. Uno di questi è l’ex ministro Carlo Calenda, ore leader di Azione, che lo ha bocciato senza appello scrivendo su Twitter: «A parte l’idiozia della proposta, ma se dovete proprio farlo metteteci i navigator, porcaccio Giuda, e formate quelli del Reddito di Cittadinanza! Questo Paese sta diventando un pozzo di assistenzialismo ebete e scellerato. Chi lavora, studia, produce e fatica, scapperà a gambe levate».
Al sindaco di Palermo Leoluca Orlando questo bando non piace affatto. Perché secondo lui il reclutamento di questi volontari da impiegare in modo generico su ciò che resta dell’emergenza Coronavirus, si può trasformare in un incubatore di nuovi precari. E quindi in un boomerang che non colpirà il Governo nazionale o la Regione, ma i sindaci, che sono la prima linea sul territorio. Lui dice che già era pronto un meccanismo che avrebbe avviato nei progetti di pubblica utilità solo i percettori del reddito di cittadinanza in base alle esigenze del territorio.
«A differenza del reddito di cittadinanza ─ ha spiegato Orlando ─ questi interventi sono collegati all’emergenza sanitaria e queste esigenze potrebbero perfino cessare a luglio. Ma il punto è un altro: se un qualunque progetto si collega al reddito di cittadinanza, non crea precariato. Questo invece rischia di creare precariato. E in questo momento non è opportuno. Se poi guardiamo ai numeri, mi preoccupa che a Palermo abbiamo 27 mila famiglie con reddito di cittadinanza, e in questi nuclei ci sono almeno 12 mila persone che potrebbero lavorare. Noi, appunto, avevamo previsto di farli lavorare. Ora si azzera tutto e si attiva questo meccanismo farraginoso»