Pronto il nuovo Messale che porta con sé piccole ma rilevanti novità. La prima riguarda il Padre Nostro, cambierà, anche se di poco, la maniera di rivolgersi all’onnipotente. Una variazione in parte anticipata da alcune dotte dissertazioni teologiche già da qualche tempo. Prendete la parte in cui si dice “non ci indurre in tentazione”. C’era chi ha sostenuto: ma è mai possibile che Dio induca in tentazione? Al netto del significato delle parole che cambia con il passare degli anni, delle traduzioni dall’originale e dal mutamento della filosofia morale che sta sempre dietro ad ogni credo religioso, si avvertiva la necessità di fare chiarezza. E ciò non poteva che avvenire sotto la guida di Papa Francesco, uno che pane al pane e vino al vino. Del resto Paolo Sorrentino per il suo poco convenzionale e surreale Young Pope a qualcuno dovrà pure essersi ispirato.
E quindi dal giorno 4 aprile 2021, la prossima domenica di Pasqua non si reciterà più “non ci indurre in tentazione” bensì “non abbandonarci alla tentazione”. Una sottolineatura fondamentale il cui significato è più consono ad un’invocazione all’essere supremo. Ma non finisce qui, anche se la seconda piccola modifica risulta meno rilevante anche se egualmente sensata. Comparirà nel Messale la parola anche, nel passaggio che recita “come noi li rimettiamo ai nostri debitori”. Sfumature, direte voi. Ma se pensate alla tradizione millenaria della Chiesa anche le sfumature hanno un loro peso.
Una novità persino per il Gloria. “Pace in terra agli uomini di buona volontà” diventerà “Pace in terra agli uomini amati dal Signore”. Anche qui si introduce un elemento di chiarezza concettuale e freschezza di stile.
E la Chiesa si rinnova, ce lo anticipava Giorgio Gaber qualche decennio fa, quando in realtà di rinnovamenti molti credenti sentivano la necessità di fronte ad un immobilismo che relegava la missione sociale cristiana quasi esclusivamente all’interno delle parrocchie. Oggi che qualcosa si muove, sarebbe interessante sentire ancora la sua voce, proprio perché lo stimolo che talvolta arriva dalla cultura laica – quando essa guarda senza pregiudizi verso piazza San Pietro – genera spesso effetti positivi.