Cambiate al volo le regole per i viaggi all’estero: tamponi e quarantena

La nuova ordinanza del ministero della Salute prevede per i viaggi all’estero tampone in partenza e al ritorno, quarantena di 5 giorni e ulteriore tampone

Negli scorsi giorni aveva provocato polemica la nota con la quale il Viminale aveva sancito il via libera alle vacanze pasquali all’estero. Era stata confermata la possibilità di lasciare l’Italia per turismo, raggiungendo quindi l’aeroporto, nonostante la zona rossa e il divieto in Italia di spostamenti tra regioni. Lo stesso che blocca turisti e viaggiatori sul territorio nazionale. In alcuni casi, addirittura, non è possibile, per ordinanze regionali, nemmeno raggiungere le seconde case, nonostante sia previsto dalle misure nazionali.

DISAPPUNTO E CRITICHE

Questa decisioni aveva provocato il disappunto e le critiche di molte categorie penalizzate dai restrittivi protocolli per il Covid. Bernardo Bocca presidente di Federalbrghi ,aveva commentato: «Non comprendiamo come sia possibile autorizzare i viaggi oltre confine e invece impedire quelli in Italia». E aveva chiesto al governo di adottare con urgenza un provvedimento per “liberare”, anche per l’Italia, le persone con certificazione attestante l’avvenuta vaccinazione. O con il risultato negativo di un tampone fatto non oltre le quarantotto ore precedenti il viaggio.

NUOVA ORDINANZA DI SPERANZA

Invece è notizia di poche ore fa che il ministro della Salute Roberto Speranza è pronto a firmare una nuova ordinanza che riguarderà i viaggi all’estero. Con essa vengono estese anche ai paesi dell’Unione le regole già vigenti per i viaggi per i Paesi extra Ue. La conseguenza è che i viaggiatori che arrivano o rientrano da Paesi dell’Unione europea dovranno fare un tampone in partenza. Inoltre rispettare una quarantena di 5 giorni e sottoporsi a un ulteriore tampone alla fine dei 5 giorni. Con queste nuove regole, quando ormai mancano pochi giorni a Pasqua, si è cercato di bloccare la numdrose prenotazioni e partenze di chi intendeva recarsi per turismo in un Paese estero aperto e “fruibile”, cioè in quei tanti paesi fino ad adesso inclusi in elenchi dedicati. Forse un provvedimento un po’ tardivo…