La piantagione di marijuana più grande d’Italia: condannati due giovani belmontesi

La coltivazione di marijuana più grande d’Italia si trovava nelle province di Agrigento e Trapani. Due dei tre condannati sono di Belmonte Mezzagno, in provincia di Palermo. Sono due fratelli poco più che ventenni e si chiamano Pietro e Vincenzo Martini, ora alle sbarre insieme ad un 53enne dipendente del comune di Canicattì, Carmelo Collana.
Le indagini risalgono a luglio del 2019 e nel frattempo i giudici della prima sezione della corte d’appello del tribunale di Palermo hanno riformato la sentenza di primo grado con cui i colpevoli erano stati condannati in abbreviato.
Sono stati accusati di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, ma per i giovani è stato fatto uno sconto di pena in quanto secondo gli inquirenti, la mente criminale del trio è Carmelo Collana.

La condanna però non la scampa nessuno dei tre. Due anni e 6 mesi (più una multa da 28 mila euro con pena sospesa) al più giovane dei due Martini, il 21enne Pietro. Al maggiore invece, due mesi in più (e una multa da 30 mila euro).

Tre anni e 10 mesi per Collana, che però non si ferma solamente ad un reato. È stato accusato anche di detenzione illegale di una calibro 9 e 43 cartucce e, ancora, per il furto di energia elettrica. È stato trovato dai militari un magnete sul contatore elettrico che gli avrebbe garantito una riduzione del 96% dei consumi necessari ad alimentare la strumentazione utilizzata. Per tutti e tre è stata eliminata la pena accessoria dell’interdizione dai pubblici uffici.

Il blitz dei carabinieri  è stato eseguito con l’aiuto di un drone che ha sorvolato sulle campagne tra Campobello e Naro. La telecamera ha scovato un casolare in località Fundirò riconducibile all’uomo, dove furono trovate diverse tonnellate di marijuana pronta per la vendita.  I fratelli sono stati sorpresi proprio nel momento in cui le 10mila  piante coltivate, stavano per essere confezionate dalle loro mani dentro buste di 800 grammi o un chilo.

Secondo una stima fatta dagli investigatori, dopo il sequestro e le analisi eseguite dal Ris di Messina, la marijuana avrebbe potuto fruttare al dettaglio fino a 15 milioni di euro.

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Affiance Service