Caos alla Rap: si dimette il dg Li Causi, Norata con le spalle al muro

Leoluca Orlando convoca i sindacati per discutere dello stato di agitazione indetto mercoledì. Intanto il presidente della società partecipata è sempre più solo.

Roberto Li Causi, dg Rap

Roberto Li Causi lascia la carica di direttore generale all’interno di Rap, presentando le sue dimissioni formali al CdA. L’organo amministrativo della società si riunirà venerdì 29 gennaio per valutare il da farsi. Un futuro fosco ed incerto quello che attende la partecipata del Comune, in cui si ipotizza anche la possibilità di un addio del presidente Giuseppe Norata.

LA CRISI FRA SINDACATI E RAP

Oggi pomeriggio, il sindaco Leoluca Orlando ha convocato i rappresentanti sindacali, lasciando a casa i vertici aziendali. Una scollatura evidente fra Amministrazione e Giuseppe Norata, ormai messo con le spalle al muro.

In una nota ufficiale inviata ieri alle autorità locali, i sindacati hanno presentato il conto ai vertici aziendali e al Comune, chiedendo certezze sul futuro e convocando lo stato di agitazione dei lavoratori.

La Rap si è vista rifiutare la fattura dei 21 milioni di euro presentata per il pagamento degli extra costi sostenuti nell’anno 2020. Ed ancora – scrivevano le sigle -, i 7,5 milioni di euro riconosciuti dalla Regione Siciliana nel mese di aprile 2020“. Ciò “a parziale copertura dei costi sostenuti per il conferimento nelle discariche catanesi, non sono mai pervenuti nelle casse aziendali. Ed ancora, non solo il Comune continua ad avere un debito di circa 50 milioni nei confronti della Rap. Addirittura nelle ultime ore ha persino chiesto la rivisitazione di alcuni servizi, ovviamente al ribasso”.

Proprio su quest’ultimo punto lo scontro fra Norata e Li Causi è arrivato ad un punto di non ritorno. Il DG avrebbe infatti chiesto un’ulteriore decurtamento dei servizi, in un momento in cui proprio la Rap ha dovuto rinunciare a diversi asset, anche a causa dei tagli imposti dal bilancio comunale. Manutenzione delle strade, monitoraggio ambientale e pulizia degli uffici giudiziari: queste sono solo alcune delle perdite funzionali della partecipata, che ha subito anche tagli su sanificazioni e derattizzazioni.

Intanto il sindaco ha convocato per domani un tavolo tecnico per la revisione del Pef.

QUESTIONE SICUREZZA: DUE OPERATORI RAP RIMASTI FERITI

Uno dei passaggi più caldi della lettera presentata dai sindacati è il punto relativo alla sicurezza.

Dopo un anno, è sotto gli occhi di tutti che della ricapitalizzazione della Rap si sono perse le tracce. Nessuno pensi di portare la Rap al dissesto finanziario e di far ricadere tutti i costi sulle spalle dei lavoratori, che hanno già subito un fallimento e che con grande spirito di sacrificio ogni giorno svolgono i servizi di istituto con grandi difficoltà, con la conclamata carenza di DPI e con la strutturale assenza di condizioni di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro”.

Un tema molto attuale, visto quanto capitato oggi a due operatori ecologici operanti in via Pecori Gerardi, arteria viaria sita nel quartiere Sperone.

Mentre i lavoratori stavano svuotando dei cassonetti, due fusti contenenti olio esausto sono esplosi, facendo cadere il liquido sui poveri malcapitati. I due si sono dovuti recare in ospedale per accertamenti, con una prognosi prevista di cinque giorni.

TONI SALA (AVANTI INSIEME): “RESPINGERE LE DIMISSIONI”

Sull’argomento si è espresso Toni Sala, consigliere comunale del gruppo “Avanti Insieme“.

Invito il CdA della Rap a respingere le dimissioni del direttore generale Roberto Li Causi e chiedo al sindaco Orlando di convocare un tavolo tecnico e politico che superi i problemi che hanno provocato anche lo stato di agitazione dei sindacati“.

Proprio nel momento in cui la Regione ha autorizzato il progetto sulla sesta vasca – sottolinea Sala -, dando ossigeno alla raccolta dei rifiuti, e l’iter della settima sembra viaggiare spedito, rischiamo di mandare tutto all’aria per uno scontro fra il Comune e la sua partecipata che è assolutamente incomprensibile agli occhi dei palermitani.  Poi bisognerà anche capire come sia stato possibile arrivare a questo punto e di chi sia la responsabilità politica di questo fallimento“.