Caos ai Rotoli, oltre alle bare accumulate anche quelle senza nome: “Potrebbero essere ancora di più”

A dirlo l’assessore ai Cimiteri Totò Orlando: “Lo sapremo solo quando troveranno una destinazione definitiva le 350 bare ancora nei depositi”

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Il cimitero dei Rotoli non smette di stupire. In negativo, si intende. All’ormai nota situazione delle bare accatastate a deposito, che è valsa al camposanto palermitano la fama a livello internazionale, si è aggiunta da qualche giorno una nuova macabra scoperta: da una cella frigorifera spenta, guasta da due anni, sono saltate fuori delle bare con le salme di sette persone. Presenti anche tre scatoloni e 58 cassette di legno con l’etichetta “Pezzi anatomici” e persino dei feti, in gran parte mischiati fra loro. Il tutto senza alcuna etichetta e senza che si sia potuto risalire alla provenienza e alla destinazione finale.

Non è tutto. La relazione del nuovo direttore dei Rotoli, Angelo Martorana, ha descritto anche un’altra sconcertane situazione: nel tirare fuori le bare dai tendoni per seppellirle, ne sono state trovate alcune senza etichetta. In sostanza, dentro quattro casse di legno ci sono i resti di feretri ai quali non si riesce a dare un nome e un cognome. Fin quando resteranno senza alcuna identificazione, non sarà possibile procedere alle indispensabili operazione di inumazione o tumulazione. “Non è possibile nemmeno l’apertura delle casse”, ha aggiunto il direttore del cimitero.

Bare senza nome ai Rotoli: “Non è escluso siano di più”

Un situazione che definire incresciosa è poco, alla quale si aggiunge anche un certo margine di incertezza in merito a ciò che potrebbe ancora venire alla luce. “Non è escluso che, nel camposanto dei Rotoli, le bare senza nome siano di più delle quattro finora rinvenute. Lo sapremo solo quando troveranno una destinazione definitiva le 350 bare ancora nei depositi”. Così ha infatti dichiarato l’assessore ai Cimiteri Totò Orlando. La giacenza verrà smaltita entro i prossimi quaranta giorni, stando alle indicazioni dell’assessore.

“Le bare senza nome – ha spiegato – non possono essere aperte. Per far ciò è necessario l’intervento della magistratura. Intanto non è possibile procedere alla tumulazione o alla inumazione. Abbiamo trovato anche feti e resti anatomici provenienti dalle strutture sanitarie. Stiamo cercando di ricostruire le procedure del loro trasferimento. Ma è un dato di fatto che dal 2020 il cimitero non ha potuto garantire né la cremazione (per il guasto al forno) né l’inumazione (per la mancanza di aree). Non disponiamo di elenchi e chiederemo informazioni agli stessi ospedali”.

Il direttore del cimitero dei Rotoli, Angelo Martorana, è un ispettore della polizia municipale. “Se lo riterrà necessario – ha aggiunto Orlando – procederà ad una comunicazione alla magistratura su quanto emerso negli ultimi giorni e sulle eventuali responsabilità”.

Un caos (ancora) senza fine 

Insomma, il capitolo del cimitero dei Rotoli è ancora tutt’altro che chiuso. Dopo l’emergenza che ha visto il numero delle bare a deposito arrivare fino a 1.500, la nuova amministrazione ha visto l’affidamento al sindaco Lagalla della gestione commissariale dal governo nazionale. Un mossa che ha permesso di snellire le procedure. Le operazioni sono coordinate dall’assessore Orlando che, lo scorso febbraio, ha rinnovato la dirigenza dei tre cimiteri cittadini affidandola a ispettori della polizia municipale.

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