Non ci fu nessuna rissa tra le squadre di calcio, categoria allievi, della Fincantieri e del Città di Carini, ma semplicemente delle scaramucce scaturite da un fallo di reazione non sanzionato adeguatamente dal direttore di gara con il cartellino rosso. È quanto deciso dal giudice monocratico del Tribunale di Palermo, dottor Michelangelo Calderone, che ha assolto con la formula “perché il fatto non sussiste” Antonino Mancuso, Vincenzo Porretto, Giuseppe Lo Piccolo e Francesco Piscitello. A difenderli gli avvocati Giovanni Castronovo, Antonino Giampino e Laura Milazzo.
La gara si disputò l’11 novembre 2016 presso lo storico campo del Cantiere Navale. A incontrarsi le squadre della Fincantieri e del Città di Carini, appaiate al vertice della classifica. Alla tensione della gara, a seguito di uno scontro di gioco, seguirono momenti di grande concitazione tra i giovani calciatori e le panchine delle rispettive squadre. Improvvisamente si spalancò la porticina che collega la tribuna al campo e alcuni genitori e sportivi presenti entrano in campo. A quel punto anche l’arbitro entrò in campo e solo l’intervento della Polizia, nel frattempo chiamata, riportò la calma.
Nel corso del processo, la difesa di Vincenzo Porretto e Antonino Mancuso, rappresentata dall’avvocato Giovanni Castronovo, ha prodotto un video acquisito attraverso indagini difensive. Il filmato immortala le fasi della presunta rissa e ha dimostrato che in realtà vi fu solamente un breve alterco tra giocatori, immediatamente sedato dagli imputati, che, in qualità di allenatori e dirigenti accompagnatori delle due società, erano presenti in campo. Da qui l’assoluzione decisa dal Tribunale.