In Gran Bretagna da venerdì si è scatenato il panico per la mancanza di benzina, con lunghe code ai distributori. L’enorme richiesta ha prosciugato le stazioni di servizio, creando ulteriore panico, mentre la scarsità di camionisti rende difficile il rifornimento dei punti vendita. Secondo la Petrol Retailers Association, che rappresenta quasi 5.500 delle 8mila stazioni di benzina del Regno Unito, due terzi dei propri impianti è a secco e gli altri rischiano di arrivarci presto. Ma l’allarme rosso della Gran Bretagna rischia di colpire anche altri paesi europei, a causa di una crisi strutturale della logistica, colpita dalla carenza di camionisti che si è accentuata con la pandemia. Infatti molti dei lavoratori dei trasporti sono europei dell’est, e con lo scoppio della pandemia hanno lasciato il paese. Poi a causa della Brexit non sono più tornati. Così, adesso mancano all’appello almeno 100 mila autisti, ed il problema non riguarda solo il Regno Unito.
Sui mercati internazional il prezzo del petrolio ha raggiunto gli 80 dollari al barile, riportandosi ai massimi da ottobre 2018. La benzina a Londra ha toccato i massimi degli ultimi 8 anni, portandosi a 136,6 pence al litro. Il diesel ha addirittura raggiunto i 138,6 pence al litro. Una dinamica innescata dalle carenze di offerta sui mercati delle materie prime energetiche, ma anche, come si è detto, dai colli di bottiglia nella catena di distribuzione, che risente anche della mancanza di conducenti di camion.
A causa della mancata consegna dei carburanti, continuano a comparire cartelli che segnalano il “tutto esaurito” alle pompe di benzina di Londra. Alcuni gestori di carburanti hanno dovuto razionarne l’erogazione, imponendo tetti di 30 sterline per auto. Questa situazione si è scaricata a catena anche sulla distribuzione alimentare, dove mancano vari generi di prima necessità. Gli scaffali vuoti dei supermercati parlano di una crisi di grandi proporzioni, anche se il governo sta minimizzando.
Il governo di Boris Johnson per ora sta cercando di non creare allarmismo ed ha evitato di mettere in campo i riservisti. Ma l’esercito è in stato di allerta ed è pronto ad intervenire per consegnare il carburante con le autocisterne militari. Un portavoce dopo la riunione d’ieri ha detto: «Attualmente i militari non servono, anche se come ogni governo responsabile stiamo predisponendo ogni misura che dovesse essere imposta da ulteriori future necessità».
L’Italia non è immune dalla piaga che sta colpendo la Gran Bretagna. La carenza “strutturale” di camionisti accentuata dalla pandemia rischia di esplodere con violenza anche nel nostro Paese. Il settore soffre anche della concorrenza di altri Paesi europei e di una scarsa competitività. Inoltre l’alto prezzo della benzina, scoraggia i padroncini ed anche le società più grandi, rendendo economicamente proibitivo il trasporto su gomma, quello che è prevalente nel nostro paese.