Caos nel Comitato Scientifico regionale per il covid-19: medici si dimettono in blocco

I dottori, membri del Comitato scientifico per la lotta al coronavirus, hanno rimesso il loro mandato alla luce della circolare firmata dall’assessore regionale alla salute

Discussioni in corso relative alla gestione del covid-19 in Sicilia. E’ questa la lotta che si sta consumando nelle ultime ore tra il comitato tecnico-scientifico regionale covid-19 e la Regione. L’istituzione isolana ha illustrato proprio ieri, in una conferenza stampa presso Palazzo D’Orleans, il nuovo piano sanitario alla presenza dell’assessore alla salute, Ruggero Razza. Comincia quindi la fase 2 dell’emergenza coronavirus anche nel settore ospedaliero in seguito alla firma della circolare. Ma come risposta a questo atto, tutti i medici membri del comitato scientifico hanno deciso di porre le loro dimissioni, rimettendo tutto mani del presidente Nello Musumeci.

L’opposizione dei medici nasce dalla volontà di chiudere i covid hospital. Dal 25 maggio, infatti, tutti i pazienti positivi al virus potranno essere curati e ospitati in qualsiasi struttura ospedaliera, attraverso dei percorsi adeguati e separati secondo il giusto rispetto delle norme. Il comitato aveva proprio avanzato la richiesta di prolungare il mantenimento di alcuni ospedali dedicati al virus per i prossimi 60 giorni. Si tratta di 6 strutture con 1200 posti letto e 130 in terapia intensiva. Oltre a questo era fatta domanda di preservare i covid center e gli ospedali non covid per dedicarli ai casi sospetti, con la possibilità di ricovertirli nel caso i contagi fossero in aumento.

I membri dimissionari sono stati convocati questa sera alle 19:00 per tentare di trovare un compromesso tra le parti, anche se poche sono le ipotesi di un ripensamento. Un altro importante punto molto criticato dai tecnici, è la scelta di non sottoporre, anticipatamente, tutti i pazienti in attesa di ricovero programmato al tampone. Perché nella circolare regionale è scritto nelle strutture pubbliche e private il test è previsto soltanto per i pazienti che dovranno essere sottoposti a procedure anestesiologiche, vale a dire ad interventi chirurgici. Per tutti gli altri pazienti sono previsti i test sierologici, che secondo il comitato scientifico, non fornirebbero degli esiti realmente precisi.

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