Capodanno, a Palermo tanti botti in barba al divieto del sindaco Lagalla
Un Capodanno con divieto, che pochi davvero hanno seguito. Fuochi d’artificio, bombette e petardi sono stati presenti a Palermo nella notte dell’ultimo dell’anno che dà il benvenuto al 2025. In tutte le zone del capoluogo siciliano, perfino nei pressi della zona Politeama e del palco dove si è esibito il cantante Biagio Antonacci, sono stati avvistati botti. Sia su strada che nelle stesse abitazioni di chi festeggiava l’arrivo del 2025.
Il sindaco Roberto Lagalla, presente ieri sera sul palco di piazza Politeama con Antonacci, nei giorni scorsi aveva firmato un provvedimento che vietava su tutto il territorio comunale l’accensione, il lancio e lo sparo di fuochi d’artificio, mortaretti, bombette e oggetti simili. Il divieto era in vigore dal 30 dicembre e fino a tutto il prossimo 2 gennaio 2025, ovvero domani. Una pratica che causa ogni anno danni gravi a persone, all’ambiante e agli animali. Si stima che nell’ultima notte dell’anno siano circa 5mila gli animali, tra domestici e selvatici, che perdono la vita per cause dirette e indirette riconducibili a petardi ed esplodenti. Senza contare il bilancio di feriti e nei casi più gravi morti contano i botti del Capodanno.
Poi c’è anche il tema ambientale. “Durante tutto l’anno i fuochi d’artificio sono responsabili di circa il 6% di PM10 presente nelle città italiane – spiega come sempre Sima, il Dipartimento della Pubblica Sicurezza,– ma nella sola notte di Capodanno le polveri sottili registrano un incremento abnorme, raggiungendo valori medi su 24 ore quasi tripli rispetto al normale limite giornaliero, fissato a 50 microgrammi per metro cubo ed un livello pari a 1.000 microgrammi per metro cubo nella prima ora dopo la mezzanotte (con un aumento del +1900% rispetto ai valori massimi di legge)”.