Carcere Malaspina di Palermo, detenuto dà fuoco a lenzuola e materassi: “Siamo alla follia”

Ancora disordini al carcere Malaspina di Palermo, dove nelle scorse ore si era già verificata un’aggressione ai danni di quattro agenti della penitenziaria. Nella serata di ieri, martedì 15 ottobre, un nuovo episodio di violenza: “Un detenuto pretendeva di essere portato in ospedale perché aveva male ad un piede, riferendo di essere scivolato in doccia. Dopo essere stato visitato dal medico di guardia, questi faceva presente che non vi era l’urgenza, provvedendo per effettuare una visita ospedaliera la mattina dopo, ovvero oggi. La reazione è stata folle e irrazionale: in cella ha iniziato a dare fuoco a suppellettili lenzuola, materassi, provocando un incendio per il quale si è reso necessario allertare anche il personale che era fuori servizio”. A raccontarlo è Paolo La Corte, segretario del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria.

“Il paradosso è che poi il detenuto è stato portato in ospedale su disposizione del comandante – conclude il sindacalista – ma gli esiti radiologici hanno confermato che il detenuto non aveva nulla, se non un semplice trauma contusivo, tanto che a mezzanotte e mezzo lui e la scorta di Polizia Penitenziaria che lo aveva accompagnato nella struttura ospedaliera sono rientrati al Malaspina”.

“Senso di impunità e abbandono delle carceri della Sicilia”

“Siamo alla follia, adesso siamo arrivati al punto che i detenuti danno fuoco o sfasciano letteralmente le carceri se non vengono assecondate le loro richieste, specie quando sono assurde e senza senso come avvenuto al Malaspina”, commenta Donato Capece, segretario generale del SAPPE.

“Il senso di impunità ed abbandono delle carceri della Sicilia è veramente a livelli allarmanti se non si riprende in mano la situazione e testimonia quel che diciamo da anni: oramai, di quel che avviene in carcere, a cominciare dalle aggressioni al personale di Polizia Penitenziaria, non interessa a nessuno e questi gravi e inaccettabili episodi criminali sono, per qualcuno, mera statistica”.