Carcere Pagliarelli a Palermo, striscione di solidarietà ai detenuti “Amnistia subito!”

I detenuti richiedono delle ispezioni immediate per trovare una soluzione alle tante problematiche relative al diritto alla salute

Pochi giorni fa l’ennesimo appello dal carcere Pagliarelli a Palermo, lanciato dai detenuti che vivono in condizioni di estrema difficoltà relativa alle pessime condizioni igienico-sanitarie in cui versa la casa circondariale.

“L’istituto – si legge in una lettera controfirmata da più di 300 detenuti – non è funzionale nelle grandi cose come nelle più piccole e banali della quotidianità. Qui combattiamo il freddo in inverno e il caldo torrido in estate, essendo l’impianto di riscaldamento non funzionante[…] e il vitto che ci viene distribuito è immangiabile”.

Garantire diritti ai detenuti

I detenuti richiedono delle ispezioni immediate per trovare una soluzione alle tante problematiche relative al diritto alla salute. In tantissime carceri siciliane infatti è negato il diritto stesso alla vita, proprio perché le strutture fatiscenti e i servizi assenti non garantiscono bisogni primari ai detenuti e alle detenute. Attualmente in Sicilia esiste soltanto un garante regionale dei diritti dei detenuti, che non può garantire ispezioni costanti in tutto il territorio.

Lo striscione solidale

“SE LA CIVILTÀ DI UN PAESE SI MISURA DALLE CONDIZIONI DELLE SUE CARCERI…L’ITALIA È UN PAESE DI MERDA! AMNISTIA!” Così recita lo striscione esposto la scorsa notte a Palermo davanti al carcere Pagliarelli, in solidarietà ai detenuti e le detenute.

Antudo: “Vogliamo una risposta da parte delle istituzioni”

“I detenuti non solo subiscono la negazione della loro libertà, vivendo in celle sovraffollate, affrontando costi elevati legati all’acquisto dei beni all’interno del carcere, ma devono fare i conti anche con condizioni sanitarie inaccettabili – affermano i militanti di Antudo. “Da mesi chiediamo che venga istituita la figura del garante comunale dei diritti dei detenuti, ma per quanto riguarda la città di Palermo, ancora nessuna risposta da parte delle istituzioni”.

Infatti secondo la nota diramata dai detenuti, un altro problema urgente è l’accesso alle cure e alle viste mediche: c’è un solo medico di base per 1300 detenuti e mancano del tutto i medici specialisti. L’appello è dunque quello di costruire un percorso di lotta che possa spingere le istituzioni dello Stato a prendere dei provvedimenti seri.

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