“Era una ragazza solare, rideva sempre… Anche quando tutto andava male”. E’ incredula Emanuela, una delle migliori amiche di Carlotta Rosano, la giovane di 18 anni rimasta vittima di un tragico incidente avvenuto all’alba del 27 febbraio. Stava rientrando a casa con tre amiche dopo una serata trascorsa a divertirsi. Ancora qualche centinaio di metri e sarebbe giunta a casa, in via Filippo Di Giovanni, a San Lorenzo. Purtroppo Carlotta in quella casa non c’è mai arrivata, la sua vita si è spenta contro un muro in viale del Fante, poco dopo le 7:00.
“Aveva un grande sogno nel cassetto: diventare una parrucchiera”, racconta Emanuela. “Adorava uscire con le amiche e se noi decidevamo di non uscire, lei scendeva anche da sola. Era una ragazza semplice, preferiva venire a casa mia e trascorrere un po’ di tempo in compagnia – era figlia unica – piuttosto che andare a bere”.
“Ci siamo conosciute quando io avevo 10 anni e lei 11. Mi ero appena trasferita dopo che i mei genitori avevano divorziato… Erano i miei primi giorni nella nuova scuola a San Lorenzo, la succursale dell’Ignazio Florio, quando ho conosciuto Carlotta. Ricordo che ero sempre giù di morale, passeggiavo per i corridoi della scuola con il viso chinato verso il basso… Proprio in quei corridoi incontravo sempre Carlotta, sempre con quel sorriso che la contraddistingueva. La prima volta che l’ho vista – per attaccare bottone – mi chiese dove avessi acquistato lo zaino. Da lì diventammo amiche… Ogni volta che mancava un professore, venivamo l’una nella classe dell’altra. Poi cominciammo ad uscire anche fuori il contesto scolastico… Prendevamo le nostre bici e scendevamo insieme”.
Carlotta, che era figlia unica, aveva trovato nelle sue amiche, ed in particolare in Emanuela – che conosceva ormai da molti anni – quella sorella che non aveva mai avuto. “L’accontentavamo sempre, per me era come una sorellina”.
“Quella sera eravamo insieme, dovevamo andare ad una serata ma erano finiti i biglietti e quindi prima siamo state un poco al Borgo Vecchio con altre amiche e poi alla Vucciria”. Emanuela e Carlotta erano solite tornare insieme, con la notturna. Quella sera, però, pioveva e la sorella di Emanuela era in quella zona. “Ho chiesto a mia sorella se potevamo tornare con lei, mi ha risposto di sì. Intorno alle 4 volevamo andare via, ma quella sera Carlotta voleva restare. Ho provato a convincerla, ma quando si metteva una cosa in testa, era quella. Alla fine è tornata a casa con Laura”.
“Sono stata svegliata dalle urla di mia madre e dal telefono che squillava, quella mattina – racconta Emanuela -. Ero incredula, fino alle 7 mi aveva mandato alcuni messaggi. Carlotta non si meritava tutto questo. La vita è troppo ingiusta e – adesso – le giornate senza di lei sono vuote”.