Le norme per prevenire il contagio da Coronavirus, la malattia virale che ancora oggi spaventa il mondo intero, hanno determinato la cancellazione del “Festino di Santa Rosalia” dedicato alla protettrice di Palermo. Nell’anno della pandemia, i palermitani si attaccano maggiornmente alla fede della figura religiosa che, secondo la credenza popolare, scacciò l’epidemia di peste nel capoluogo siciliano 400 anni fa. Il carro è attualmente parcheggiato a piazza Bellini: anche se non sfilerà per il Cassaro, la sua presenza simbolica in un periodo dominato dalla paura virale è di conforto per tutti gli abitanti della città.
Il carro è parcheggiato davanti a Santa Maria dell’Ammiraglio, più nota in città come “chiesa della Martorana“. Il valore dell’esposizione, altamente simbolico, viene certificato dalle parole di Corrado Lorefice, arcivescovo di Palermo, e dal primo cittadino della cittò Leoluca Orlando. Ecco le parole dell’uomo di chiesa:
“Rosalia ci chiede di continuare ad amare questa città, con i fatti e non solo con le parole. Ognuno deve fare la sua parte, anche nella prudenza affinchè si venga fuori dalle conseguenze economiche e sociali di questa pandemia. C’è stata una grande gara di solidarietà, la conferma che non prevalgono l’individualismo, la paura, il fare da soli, perché solo insieme possiamo portare avanti l’eredità che ci lascia Santa Rosalia, una donna che resta legata alla sua città e intercede per la sua città”.
Gli fa eco il sindaco Orlando:
“Di fronte a una peste che mieteva vittime la città si affidò a Santa Rosalia, a distanza di 400 anni Palermo si affida ancora una volta a lei confermando il suo amore per la vita. Se Palermo è la città d’Italia meno contagiato e con meno morti, forse lo deve proprio all’amore per la vita. Noi palermitani amiamo la vita e lo abbiamo dimostrato anche riuscendo a festeggiare Santa Rosalia in modo diverso”.