Cartelle esattoriali, si lavora alla riforma “Fisco amico”: stralcio automatico dopo 5 anni
Il decreto legislativo approvato in consiglio dei ministri introduce infatti il “discarico automatico” per le quote affidate all’Agenzia delle entrate-riscossione “non riscosse entro il 31 dicembre per quinto anno successivo”
Le quote affidate all’Agenzia delle entrate-riscossione a decorrere dal 1° gennaio 2025 e non riscosse entro il 31 dicembre del quinto anno successivo a quello di affidamento saranno “automaticamente discaricate”. È quanto prevede la bozza del decreto legislativo sul riordino del sistema nazionale della riscossione in discussione al Cdm, parte della riforma “Fisco amico”.
Cartelle esattoriali, il discarico anticipato delle quote
Stando a quanto riporta il testo, l’Agenzia delle entrate-riscossione può trasmettere in qualsiasi momento all’ente titolare del credito la comunicazione di discarico anticipato delle quote. Questo può avvenire nei casi in cui abbia rilevato la chiusura del fallimento o della liquidazione giudiziale del debitore oppure una volta verificata l’assenza di beni del debitore che possono essere aggrediti per il pagamento del debito fiscale.
Fino alla prescrizione del diritto di credito, la riscossione coattiva delle somme discaricate può essere gestita direttamente dall’ente creditore o affidata dall’ente creditore in concessione a soggetti privati individuati mediante procedura di gara a evidenza pubblica. Il decreto contempla anche una terza ipotesi: riaffidare il credito per due anni all’Agenzia delle entrate-riscossione. Il riaffidamento mira a far sì che l’Agenzia possa recuperare il credito “in presenza di nuovi e significativi elementi reddituali o patrimoniali del debitore”.
In caso di “discarico anticipato” delle cartelle e comunque fino al 31 dicembre del quinto anno successivo a quello di affidamento, l’ente creditore “se ha conoscenza di nuovi, circostanziati e significativi elementi reddituali o
patrimoniali del debitore” può “riaffidare le somme discaricate” all’Agenzia entro quel termine, “comunicandole i beni del debitore da aggredire”. Se la riscossione si rivela infruttuosa, lo stralcio automatico scatta il 31 dicembre del quinto anno successivo a quello di affidamento.
Piani di rateizzazione più lunghi
La bozza parla anche piani di rateizzazione più lunghi. Dalle attuali 72 rate mensili si potrà arrivare a un massimo di 120. Possono ricorrere alla rateizzazione i contribuenti che dimostrano di essere in una situazione di “obiettiva difficoltà”. Novità anche per le tempistiche relative alla notifica delle cartelle. Dal prossimo anno la notifica al creditore dovrà arrivare entro 9 mesi dall’affidamento del carico. Dal primo gennaio 2025 l’Agenzia delle entrate-riscossione dovrà assicurare “la salvaguardia del credito con un tempestivo tentativo di notificazione della cartella di pagamento, non oltre il nono mese successivo a quello di affidamento del carico oppure nel più ampio termine che consegue dalle norme di legge che disciplinano gli effetti di eventi eccezionali”.
Su “richiesta del contribuente che dichiara di versare in temporanea situazione di obiettiva difficoltà”, l’Agenzia delle entrate-riscossione, per le somme iscritte a ruolo di importo inferiore o pari a 120 mila euro, concede la ripartizione del pagamento delle somme in un numero di rate mensili comprese tra 84 (per le richieste presentate nel 2025 e 2026) e 108 (per le richieste presentate a decorrere dal primo gennaio 2029). Se il contribuente chiede la dilazione dei pagamenti e “documenta” la temporanea situazione di obiettiva difficoltà, l’Agenzia delle entrate-riscossione concede il pagamento a rate mensili che possono arrivare a 120 per importi inferiori o pari a 120 mila euro per ciascuna richiesta di dilazione.
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