Caso Feltri, edicole in rivolta: “Noi inferiori, non vendiamo più Libero”

La polemica s’è ulteriormente infiammata. Le parole di Vittorio Feltri, che si è scagliato in tv contro i meridionali, definiti “inferiori”, hanno provocato anche la presa di posizione delle edicole del Sud. La reazione era stata forte sin da subito, soprattutto sui social network, che sono stati inondati da commenti di ira e indignazione nei confronti del direttore del quotidiano Libero.

E la “risposta” non si è fatta attendere. In rete circola un messaggio (foto in basso) condiviso da numerose edicole che hanno fatto sapere che “da oggi, 23 aprile 2020, non è più in vendita il quotidiano Libero“. Secondo le prime informazioni certe, messaggi simili sono stati visti in Campania, Lazio, Calabria ed anche in Sicilia, da Palermo a Trapani.

Essendo meridionali inferiori – è il messaggio del cartello, condito da un’amara ironia – non siamo in grado di comprendere gli arguti articoli di questa testata giornalistica indipendente. Ci voglia scusare il direttore Feltri”.

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LA “RIVOLTA” DI PALERMO

“So per certo che a Palermo del cartello in questione saranno stampate numerose copie, tutte in formato A3, e che saranno poi anche plastificate”: la conferma arriva da Alessandro Bonura, che insieme ai fratelli (con la famiglia, da generazioni) gestisce diverse edicole in città.

Contattato dalla nostra redazione, Bonura ha sottolineato che “il messaggio non rappresenta una minaccia né vuole essere un boicottaggio vero e proprio nei confronti del giornale Libero, che sarà regolarmente in vendita. Ma il senso è quello di mandare un invito a tutti i lettori. D’altronde si usa l’ironia, e alla fine del messaggio si chiede scusa a Feltri”.

Nel capoluogo siciliano, rivela Bonura, le copie del cartello saranno esposte in diverse edicole, fra cui quelle di via Dante, via Sammartino, via Crispi o via Libertà.