Caso Gregoretti: per Matteo Salvini la Procura ha chiesto l’archiviazione

Sul caso Gregoretti secondo la Procura “il governo condivideva la linea politica dell’ex ministro dell’Interno”

League leader and former Italian Interior Minister Matteo Salvini (L) inside the bunker hall room of the Bicocca prison during a preliminary hearing on the Gregoretti case, in Catania, Italy, 10 April 2021. Salvini is accused of kidnapping after he delayed the disembarkation of 131 migrants on Italian shores in July 2019. ANSA/ORIETTA SCARDINO

La Procura di Catania sul caso Gregoretti ha chiesto il “non luogo a procedere” nei confronti di Matteo Salvini. L’ex ministro dell’Interno rischia il processo per abuso d’ufficio e sequestro di persona per la vicenda relativa alla nave della Guardia costiera. Nell’estate 2019 è rimasta per giorni a largo delle coste siciliane, per poi ottenere il via libera allo sbarco di 131 migranti salvati nel Mediterraneo. Salvini era presente con l’avvocato Giulia Bongiorno nell’aula bunker del carcere di Bicocca. La Procura, guidata da Carmelo Zuccaro e rappresentata dal sostituto procuratore Andrea Bonomo, aveva già chiesto l’archiviazione nel settembre 2019. Ma poi intervenne il Tribunale dei ministri a stabilire che si dovesse arrivare in aula. Nell’autunno scorso c’è stata un seconda richiesta. Questa volta invece fu il giudice Sarpietro a chiedere di ascoltare l’allora presidente del Consiglio Giuseppe Conte e gli ex ministri Toninelli e Trenta, oltre a Luigi Di Maio e Luciana Lamorgese.

«IL FATTO NON SUSSISTE»

Oggi il pm Bonomo, a conclusione del suo intervento in aula davanti al Gup, ha ribadito quindi la richiesta di non luogo a procedere nei confronti dell’ex ministro. Secondo la Procura, nella vicenda della Gregoretti, al centro dell’udienza preliminare in corso nell’aula bunker di Catania Salvini “non ha violato alcuna delle convenzioni internazionali”. Inoltre, le sue scelte sono state “condivise dal governo”. E la sua posizione “non integra gli estremi del reato di sequestro di persona” perché “il fatto non sussiste“.

CONCLUSIONE DELL’UDIENZA IL 14 MAGGIO

Il pm ha osservato che “le direttive politiche erano cambiate” e dal 28 novembre il Viminale aveva espresso la volontà di assegnare il Pos e di “farlo in tempi brevi”, giustificando i tempi amministrativi per attuare lo sbarco dei migranti “con la volontà del ministro Salvini di ottenere una ridistribuzione in sede europea”. Inoltre sulla nave “sono stati garantiti assistenza medica, viveri e beni di prima necessità” e “lo sbarco immediato di malati e minorenni”. La conclusione dell’udienza preliminare è prevista il prossimo 14 maggio. Il giudice Salpietro avrà due alternative: un decreto di rinvio a giudizio, con la fissazione della prima udienza dell’eventuale processo, oppure accogliere la richiesta del pm ed emettere una sentenza di non luogo a procedere.