Il Gran Giurì di Manhattan ha incriminato l’ex presidente Donald Trump per il pagamento alla pornostar Stormy Daniels di 130mila dollari, effettuato dai fondi della sua campagna elettorale nel 2016. Trump avrebbe comprato sottobanco il silenzio della donna sulle loro relazioni durante la campagna elettorale del 2016 e avrebbe dedotto la somma dalle sue dichiarazioni fiscali, facendola passare come spesa legale. La notizia l’ha data uno degli avvocati dello stesso Trump, Joe Tacopina. Ancora non è noto l’esatto capo di accusa nei confronti del tycoon.
Lo stesso Tacopina ha fatto sapere alla NBC che l’ex “number one” americano si consegnerà all’ufficio del procuratore distrettuale di Manhattan martedì prossimo. Come ad un qualsiasi altro imputato, gli saranno letti i suoi diritti, i cosiddetti “Miranda rights”, gli verranno rilevate le impronte digitali e gli verranno fatte le fotografie. La Procura ha confermato la notizia ed ha fatto sapere che ha già contattato la difesa dell’ex presidente per organizzare i passi successivi. Gli avvocati di Trump hanno fatto sapere che l’ex presidente “combatterà vigorosamente” contro l’accusa.
Uno dei legali, Chris Kine, ha detto che l’incriminazione “manca completamente di basi legali”, ed ha parlato di “punto più basso nella storia del nostro sistema giudiziario”. Secondo uno dei figli del miliardario, Eric Trump, la decisione è “un atto politico” per ostacolare la ricandidatura del padre alla Casa Bianca. L’incriminazione di Trumo ha colto tutti di sorpresa, perché fino ad ieri era circolata la voce che il Gran Giurì, per via delle ferie pasquali e di altri impegni in calendario avrebbe deciso la questione alla fine di aprile. Secondo il New York Times, la notizia ha colto di sorpresa lo stesso Trump, mentre era nella sua residenza di Mar-a-Lago, in Florida.