Caso Shalabayeva, l’ex Questore di Palermo Renato Cortese è stato assolto
Annullata la prima condanna a cinque anni di reclusione
La Corte d’appello di Perugia ha assolto l’ex Questore di Palermo Renato Cortese dall’accusa di sequestro di persona nel caso di Alma Shalabayeva. Annullata quindi la pena di primo grado “perché il fatto non sussiste” del Tribunale di Perugia che nel 2020 aveva condannato a 5 anni Cortese allora alla squadra mobile di Roma. Insieme a lui stessa condanna per Maurizio Improta, all’epoca responsabile dell’ufficio immigrazione, adesso assolto.
IL CASO
L’inchiesta riguardava l’espulsione di Alma Shalabayeva e della figlia di 6 anni avvenuta nel 2013. In particolare la Polizia ha trovato la donna in possesso di un falso passaporto a Roma durante un controllo. La Shalabayeva venne rimpatriata con la figlia in Italia poco tempo dopo. Sulla questione era stata aperta un’inchiesta con il pm di Perugia che aveva definito l’evento un “crimine di lesa umanità e rappresentava una ipotesi di patente violazione dei diritti fondamentali della persona umana“.
IL RICORSO E LE NUOVE TESTIMONIANZE
Dopo la condanna la difesa di Cortese ha presentato ricorso alla Corte d’appello di Perugia che nel gennaio scorso ha riaperto il caso ascoltando l’ex procuratore di Roma, Giuseppe Pignatone e il pm Eugenio Albanonte. Proprio il primo nella sua testimonianza ha dichiarato che “era convinto della falsità del passaporto di Shalabayeva” e che quindi era doveroso “concedere il nulla osta”. Pignatone ha anche affermato di non avere ricevuto pressioni da parte di Renato Cortese.
“Una pagina di grande giustizia – ha dichiarato l’avvocato di Cortese, Ester Molinaro -. È però anche la conferma che questo processo non doveva proprio essere iniziato. Il fatto non sussiste significa che l’impianto accusatorio è stato completamente sradicato dimostrando che la procedura era corretta“.