Casteldaccia, Amap aveva dato chiare regole: “Bisognava spurgare i tombini in superficie”
Non dovevano scendere giù nelle vasche di sollevamento dell’impianto i cinque operai morti nella strage di Casteldaccia.
L’Amap, l’azienda che gestisce il servizio idrico a Palermo e provincia, aveva dato regole chiare sulle disposizioni da seguire. Gli operai avrebbero dovuto soltanto operare in superficie, portando a livello i tombini sommersi dall’asfalto e successivamente spurgarli. Per questo non avevano con sé alcun elemento di protezione, dalla maschera al gas-alert. L’inchiesta aperta dalla Procura di Termini Imerese per omicidio colposo plurimo, al momento a carico di ignori, servirà a far chiarezza se sia trattato di una fatale imprudenza o se abbiano ricevuto l’incarico da altri.
Appalti e subappalti
Mentre si aspetta di effettuare l’autopsia sui cadaveri dei cinque operai morti a Casteldaccia, si indaga sulla questione appalti e subappalti. L’AMAP, Azienda Municipalizzata Acquedotto di Palermo, aveva aggiudicato l’appalto alla società Tek, con sede a San Cipirello, che a sua volta aveva subappaltato la Quadrifoglio Group di Partinico, coinvolta nel tragico incidente. La Quadrifoglio è stata sequestrata per ordine della magistratura. Uno dei titolari, Ignazio Alsazia di 71 anni, è tra le vittime della strage. Fu lui il primo ad andare giù nella vasca di sollevamento, trovando la morte.