Catania è una città dalle innumerevoli criticità ma possiede anche gli strumenti necessari per uscire dalla crisi che la attanaglia.
Se ne è parlato, grazie al contributo di sensibilità diverse, in occasione dell’incontro tenutosi in città al Museo Diocesano per celebrare i cinquant’anni della fondazione del Movimento Cristiano Lavoratori.
Non un evento autoreferenziale, ma una lucida, attenta, approfondita analisi dei disagi in atto a Catania e delle possibili soluzioni da adottare per contrastare l’abbandono delle periferie e favorire il recupero dei minori “a rischio”.
Un parterre di relatori qualificati e autorevoli ha animato l’iniziativa: l’arcivescovo Luigi Renna, il presidente del Tribunale per i minori, Roberto Di Bella, l’assessore regionale all’Economia, Marco Falcone e il presidente generale del MCL, Antonio Di Matteo.
A introdurli, il presidente provinciale del Movimento Cristiano Lavoratori di Catania Piergiuseppe De Luca.
“Lavori, giovani, famiglia: un impegno che continua”, il tema indicato, al quale la moderatrice, la giornalista Laura Distefano, ha dato immediatamente un indirizzo preciso e concreto: Catania è una città martoriata, è necessario individuare le criticità più gravi e le soluzioni più efficaci.
Occhi puntati sulla grave situazione di una città attualmente senza guida, che sconta gli effetti della cattiva politica, secondo Monsignor Luigi Renna.
L’arcivescovo di Catania ha paragonato la situazione in atto nella città etnea all’ingovernabilità di certi Stati del Sud America, a causa della disaffezione che si manifesta con percentuali altissime di astensionismo alle urne.
“Serve un governo cittadino solido e trasparente – ha detto – e, come sottolineato più volte, lungimirante”.
“La crisi della politica e dei partiti è evidente – ha aggiunto – e la Chiesa, il volontariato, i sindacati stanno sostituendo i vuoti lasciati dalla cattiva politica, però solidarietà e sussidiarietà non possono colmarli tutti e sempre”.
Tra gli argomenti di punta dei lavori, apertisi con i saluti istituzionali del vice presidente del Consiglio comunale di Catania Salvo Giuffrida e seguiti da un pubblico attento e numeroso, le criticità legate al fenomeno della dispersione scolastica, con particolare attenzione dedicata alle aree suburbane e maggiormente esposte al rischio di marginalità sociale.
A parlarne è stato Roberto Di Bella, presidente del Tribunale per i Minorenni di Catania, che ha esortato le istituzioni a intervenire rapidamente per contrastare l’abbandono delle periferie.
“Manca la strategia d’intervento della politica – ha detto – per combattere la dispersione scolastica, una vera e propria bomba sociale sottovalutata”.
Che, a Catania, si attesta introno al 25%, la più alta tra le quattordici Città Metropolitane e che riguarda un numero di ragazzi e ragazze che oscilla tra i quindici e i diciottomila.
“A vivere i problemi del ghetto, in termini di microcriminalità, di minori che diventano manovalanza per i clan, dalle vedette ai pusher – ha aggiunto il presidente – è la borghesia”.
“Gli enti non hanno mai fatto rete tra loro, disperdendo risorse, professionalità e strumenti – ha sottolineato – ed è per questo che servono più scuole, aperte con orario prolungato, asili nido e materne, fondamentali per la formazione sana della personalità di un individuo”.
Anche la bassa scolarizzazione rappresenta per molti quartieri di Catania un fenomeno allarmante.
“A quattordici e quindici anni – ha osservato in molti non sanno neanche scrivere la propria firma”.
Infine la necessità, anche in Sicilia, di una legge regionale antimafia che, secondo Roberto Di Bella, dovrebbe ispirarsi ” a criteri di prevenzione, non certo di repressione”.
“In Calabria c’è, qui no – ha concluso – la mafia non può essere solo argomento di dibattito o di repressione, ma occorre affrontarla con interventi preventivi”.
Linee di intervento prontamente raccolte dal rappresentante del governo regionale, che ha preso due impegni.
Ovvero, destinare risorse più cospicue all’edilizia scolastica e delineare strategie con i Comuni per rendere effettivo il diritto allo studio.
L’assessore regionale all’Economia Marco Falcone ha anticipato interventi di sostegno per duecentomila nuclei familiari bisognosi.
L’esponente della Giunta guidata da Renato Schifani, inoltre, ha garantito un maggiore impegno da parte del governo della Regione Siciliana per compiere un ulteriore salto di qualità nei cinque anni di mandato appena iniziato.
Non sono mancate le riflessioni sull’attuale situazione del Comune di Catania in previsione delle elezioni amministrative del 2023.
E proprio Marco Falcone, catanese, ha indicato le coordinate del nuovo sindaco.
“Deve avere competenze, garantire impegno serio e costante per i prossimi dieci anni – ha affermato – e non usare la carica come trampolino di lancio: un commissariamento troppo lungo, come nel caso di Catania, non è mai positivo”.
Prima delle conclusioni del presidente nazionale Antonio Di Matteo, si è fatto il punto della situazione sulle iniziative già intraprese e sui progetti da realizzare nell’immediato futuro.
A tracciare un bilancio illustrando le varie attività è stato Piergiuseppe De Luca, che ha ricordato i più recenti e concreti interventi.
Nello specifico, la consegna di mille euro in buoni libro e trentacinque zainetti con tutto il necessario per la scuola per le famiglie in difficoltà.
Nel 2023 sarà avviato il servizio S.O.S. Famiglia e firmato un protocollo di collaborazione con l’Associazione Diritti dei Debitori.
I lavori sono terminati con l’intervento di Antonio Di Matteo, che insieme ai dirigenti del MCL di recente ha incontrato il Papa proprio per festeggiare il traguardo dei cinquant’ anni di attività.
Il presidente nazionale ha ricordato la passione, la determinazione e l’impegno che furono premessa per la costituzione del Movimento.
E che sono, tutt’ora, i punti di forza per attuare concretamente le direttive del magistero sociale della Chiesa.
“L’attenzione per i lavoratori è pari a quella per le imprese – ha affermato – perché senza imprese competitive non ci può essere sviluppo”.
“Purtroppo le molte eccellenze formate in Sicilia e nel Sud – ha concluso – sono costrette ad emigrare anche all’estero per poter vedere premiati i loro sacrifici: il Mezzogiorno deve essere una risorsa per l’intero Paese”.
MCL è un’associazione a carattere sociale, di solidarietà e volontariato, che promuove l’affermazione dei principi cristiani nella vita , nella cultura, negli ordinamenti e nella legislazione.
Opera come movimento ecclesiale, in fedeltà agli orientamenti del magistero della Chiesa.
Nato l’8 dicembre del 1972, annovera attualmente oltre 340 mila iscritti e uffici in tutto il mondo.
Vi operano 850 dipendenti e circa 3 mila volontari.
Con 2.850 circoli e 68 sedi di patronato e sedi Caf su tutto il territorio, offre assistenza su temi fiscali, pensioni, previdenza, materie legali, del lavoro e formazione professionale.
A Catania il Movimento Cristiano Lavoratori è presente con 100 circoli e circa 3 mila iscritti e 400 sportelli, tra patronato, Caf e centro raccolta.
Molto attivo nel sociale, offre concreto aiuto alle famiglie in difficoltà, distribuendo derrate alimentari e coperte ai senza tetto, congiuntamente a svariate iniziative a supporto dei più deboli.