Tutti gli esperti concordano nell’affermare che il fenomeno meteorologico abbattutosi ieri su Palermo era imprevedibile, perché provocato da una sfortunata concatenazione di eventi. Mancava l’alta pressione delle Azzorre, e quindi è stato possibile che una sacca fredda proveniente dall’Atlantico possa essersi scontrata con il flusso di aria calda e umida che permane sulla Sicilia. È questa la spiegazione che viene data da Edoardo Ferrara, meteorologo di 3BMeteo: «Un nubifragio di questo genere è rarissimo in estate – spiega al GdS – e praticamente imprevedibile. Stupisce è che un temporale di queste proporzioni si sia verificato a luglio, di solito eventi di questo tipo accadono tra ottobre e novembre».
Ferrara continua aggiungendo: «Il temporale anziché transitare rapidamente, è rimasto fermo su Palermo scaricando impressionanti accumuli di pioggia sempre sulle stesse zone. La modesta ma insidiosa saccatura atlantica ha trovato energia grazie all’aria calda, in più sul capoluogo i venti umidi del mare sono confluiti in quelli più caldi dall’entroterra generando una sorta di tempesta tropicale».
Impressionante la quantità d’acqua caduta ieri pomeriggio a Palermo. Così tanta da poter affermare che da quando sono iniziati ufficialmente i rilevamenti delle precipitazioni meteorologiche nel capoluogo siciliano, cioè dal 1797, non si è mai visto qualcosa di simile. La stazione meteo dell’Osservatorio Astronomico ha comunicato che in un’ora circa c’è stato un accumulo d’acqua di 74 millimetri. Prima di ieri, le giornate più piovose erano state il 6 luglio 1935 con 39,2 millimetri e il 25 luglio del 1933 con 38,1 mm. Ed esaminando i dati delle centraline installate nei vari quartieri di Palermo, si scopre che quella dell’Uditore ha fatto segnare 134 mm di accumulo, mentre a piazza Europa 125 millimetri. Oltre ottanta nella zona di Boccadifalco.