Cefalù al centro del dibattito politico regionale

Come ha fatto una piccola cittadina a diventare baricentro del dibattito politico regionale?

Regione

Il 2022 per la nostra Regione sarà un anno politicamente intenso. Di fatto, tra amministrative in primavera e regionali in autunno sarà denso di elezioni e consequenziali campagne elettorali. Ma in tutto questo è impossibile non notare una sorta di anomalia. Nell’ultimo mese, non sono state le imminenti amministrative di Palermo a tenere banco. Non vi è stato un articolo di giornale, una discussione, una dichiarazione dei segretari di partito che non abbiano tirato in ballo Cefalù.

Un comune che, dal punto di vista politico apparentemente secondario, con poco più di 13 mila residenti e circa 9. 500 votanti, sembra invece essere diventato strategico e banco di prova per alleanze e opacità politiche nel riassetto degli equilibri a livello regionale. Scalzando di fatto proprio Palermo che, vale la pena di ricordare, da sola fa circa un terzo degli elettori dell’intera regione.

La cronaca politica, delle ultime ore parla anche di Cefalù nel dibattito per la debacle della legge che prevedeva il terzo mandato per i comuni con meno di 15 mila abitanti, di fatto saltata proprio in queste ore al Parlamento Regionale. Ma allora c’è da chiedersi cosa stia accadendo proprio a Cefalù.

Simona Vicari e “Siamo tutti Cefalù”

Ad accendere la luce dei riflettori è stata certamente la mossa strategica, dell’ex senatrice Simona Vicari, che anticipando tutti e tutto ha dichiarato di essere candidata a sindaco della “perla del Tirreno” già mesi fa. Simona Vicari, di area centro destra, di fatto non ha alcuna tessera di partito e si presenta con una lista civica, “Siamo tutti Cefalù”.

Annunciò la sua candidatura con un video sui suoi social, facendo appello a tutte le forze sociali, produttive e politiche per la rinascita della città, ma di fatto parlando a tutti i cittadini indistintamente dalla propria appartenenza politica. La mossa anticipata, ha costretto così la politica regionale a doversi esprimere e a fare delle scelte, anche in virtù di vari sondaggi sull’indice di gradimento che l’attestavano, fin dai primi giorni, vincente con una percentuale ben oltre il 44%. 

A ciò seguirono dichiarazioni di plauso da parte dei vari esponenti politici e partiti del centro destra. Il primo a dare la sua benedizione fu il Presidente dell’ARS Gianfranco Miccihè, anche in virtù della lunga militanza della Vicari nelle file di Forza Italia; poi la Lega, e a seguire, più o meno apertamente, tutte le forze politiche che oggi gravitano nel centro destra, di fatto blindandola.

Il dibattito per le regionali a Cefalù

Il banco di prova aperto dalla Vicari ha messo subito alla luce quali siano i contrasti speculari della politica volti ad alzare la posta sui tavoli regionali, e che forse poco hanno a che vedere proprio con le amministrative. Di fatto si sta facendo già campagna elettorale per le regionali restando indietro sulle consultazioni cittadine. Così ecco che proprio a Cefalù, spunta anche la candidatura del dott. Giuseppe Abate, appoggiato da una cordata facente capo all’attuale Assessore Regionale Totò Cordaro, la cui casa politica risulta non precisamente chiara.

Una candidatura, quella voluta da Cordaro, che nei giochi della politica sembrerebbe mirare unicamente al volersi pesare e ad alzare il proprio potere contrattuale nell’area centrista sbilanciata a destra. Tutto ciò mentre, dall’altra parte, si cerca unità sul candidato di centro sinistra.

Mentre l’attuale sindaco La Punzina, che amministra la città già da 10 anni, aspettava la possibilità del terzo mandato, si affacciava la candidatura di Giovanni Iuppa, che però non ha una storia consolidata nel PD, creando proprio nel centro sinistra un dibattito ancora tutto aperto.

Nessuna delle candidature, a norma di legge, è stata ancora ufficializzata; non sono da escludere defezioni dell’ultimo momento da parte di chi da sempre si trova ad inseguire la consolidata Simona Vicari. Resta palese il dato che proprio la Vicari uscendo con determinazione per prima ha reso la piccola Cefalù centrale nel riassetto degli equilibri e delle alleanze politiche regionali. Una sorta di case history che nessuno poteva pensare partisse proprio da Cefalù, ma di fatto i riflettori sono tutti puntati lì. Almeno in questo la Vicari sembra aver già vinto.

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