Cefalù ogni anno, soprattutto nel periodo estivo, affronta un problema che sembra crescere sempre più, proprio come l’aumento demografico del soggetto “incriminato“: nella città in provincia di Palermo, infatti, la crescita esponenziale, in termini di presenza, dei gabbiani sta diventando quasi insostenibile. Il gabbiano reale, appartenente alla fauna endemica del Mediterraneo, sta colonizzando la “città normanna” grazie alla velocità di riproduzione della specie: vivono in colonie e dopo la schiusa, i piccoli sono in grado di volare a 40 giorni di età e di riprodursi a 5 anni di età. Una velocità impressionante che ha portato la loro popolazione mondiale a crescere del 10% l’anno, secondo alcuni studi effettuati nel Regno Unito.
Il volatile sta mettendo a dura prova i cefaludesi. Di dimensioni ragguardevoli, l’uccello appare aggressivo con chi invade il territorio scelto per la nidificazione, a volte tetti e terrazze, ed il suo richiamo inconfondibile è rumoroso e si sviluppa anche la notte. Una vera e propria sirena in grado d’infastidire tutti i residenti (ed i turisti) di Cefalù. Ormai, i gabbiani non hanno più tanto timore degli esseri umani e non è raro registrare un loro attacco alle persone che stanno consumando del cibo in giro per la città. I suoi escrementi, oltretutto, provocano ottusione di grondaie, prese d’aria, sfiatatoi e tubi di drenaggio.
Il gabbiano reale è anche portatore di diverse malattie: la più frequente è la salmonella ma può anche essere il veicolo di psittacosi, istoplasmosi, candidiasi, criptococcosi, tubercolosi e toxoplasmosi. L’uomo può contrarla se entra a contatto con i suoi escrementi. Un animale maestoso, bello da ammirare in volo che rende certamente caratteristiche le zone di mare. Ma in numero controllato: Cefalù è invasa dai gabbiani ed il problema, per il bene di cittadini e turisti, deve essere risolto in modo ponderato.