Nei guai “Mister Cepu” per bancarotta ed evasione: sequestrati 28 milioni

Ai domiciliari Franco Polidori, dominus del gruppo Cepu E-Campus, che si occupa di formazione universitaria

Il Gruppo Cepu E-Campus è finito sotto inchiesta per presunta sottrazione fraudolenta di imposte. L’accusa riguarda sei persone, ed è per bancarotta fraudolenta, auto-riciclaggio e sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte. Due gli arresti, tra i quali Franco Polidori, il fondatore di Cepu. Sequestrati anche 28 milioni di euro.

MISURE CAUTELARI E SEQUESTRO PREVENTIVO

L’inchiesta è dei pm di Roma e dei finanzieri del Nucleo speciale di polizia Valutaria. Sta dando esecuzione ad una «ordinanza in materia di misure cautelari personali e decreto di sequestro preventivo» nei confronti del noto imprenditore, dominus del gruppo operante nel settore dell’istruzione e formazione universitaria, che è finito ai domiciliari. L’altro arresto ha riguardato uno stretto collaboratore di Polidori. Il gruppo Cepu E-Campus ha avuto tanti testimonial famosi, tra i quali il calciatore Cristiano Ronaldo.

L’IMPERO DI MISTER CEPU

Quindi l’impero di “Mister Cepu”, costruito negli anni aiutando gli studenti meno brillanti a passare esami apparentemente insuperabili, è finito al centro di un’inchiesta per una presunta sottrazione fraudolenta di imposte, e un’evasione fiscale accertata di circa 140 milioni di euro. Tra i beni sequestrati dal nucleo speciale di polizia valutaria c’è anche la sede centrale di eCampus, società legata al gruppo Cepu, a Novedrate, provincia di Como, oltre a centoventi sedi in tutta Italia e una decina all’estero. L’imprenditore, Franco Polidori, avrebbe distratto asset dalle società e sfruttato importanti marchi del comparto dei servizi di istruzione e formazione, eludendo il versamento delle imposte.

SCATOLE CINESI

Gli indagati, ricorrendo al sistema delle «scatole cinesi», anche di diritto estero, avrebbero ideato e realizzato una serie di complesse operazioni societarie e finanziarie. Tra le tante, la creazione di una fiduciaria in Lussemburgo, la Cesd, intestata a terzi ma riconducibile agli indagati. Attraverso questa è stata dissimulata la reale proprietà dei beni immobili e marchi. Tutti sottratti alle imprese fallite e fatti confluire in un’ulteriore società creata ad hoc. «Polidori – scrive il gip – ha trasferito a Cesd le attività, compreso il marchio Cepu, della Scil srl, lasciando quest’ultima gravata da un debito nei confronti dello Stato per 70 milioni».