Ceramiche siciliane in mostra alla Casa Museo “Joe Di Maggio”
Nello spazio intitolato al grande campione italo-americano, a Isola delle Femmine, un’esposizione di maioliche dell’Ottocento e del Novecento
Ceramiche, terrecotte, piatti e vasellame che le famiglie utilizzavano nei secoli scorsi.
Testimonianze vintage che raccontano un passato lontano, nella cittadina costiera di Isola delle Femmine, in provincia di Palermo.
“Le maioliche degli anni dei Di Maggio. Ceramiche siciliane tra Ottocento e Novecento” è il titolo della mostra in programma dal 29 gennaio al prossimo 26 febbraio.
A organizzare e promuovere l’iniziativa, che prevede un ingresso libero, le associazioni “BCsicilia” e “Isola Pittsburgh Forever“.
L’esposizione sarà fruibile tutte le domeniche – 29 gennaio, 5, 12, 19 e 26 febbraio – dalle 10:00 alle 13:00.
Per informazioni e prenotazioni è possibile rivolgersi al numero 320.9089061 oppure inviare una mail all’indirizzo isoladellefemmine@bcsicilia.it.
UNA MOSTRA RETRÒ IN UN LUOGO ICONICO
A ospitare l’evento, concretizzatosi grazie ad Agata Sandrone, che ha reso disponibile la sua collezione privata, è la Casa Museo “Joe Di Maggio”, che sorge al civico 14 di via Cutino.
Il luogo che, per eccellenza, omaggia il campione statunitense di baseball Joe Di Maggio, nativo di Isola delle Femmine e famoso anche per essere stato il consorte di Marilyn Monroe.
La mostra, non a caso, ospita testimonianze e oggetti relativi al periodo in cui la famiglia dello sportivo risiedeva ancora nel piccolo centro del palermitano, prima di trasferirsi in California.
Si tratta, nello specifico, di piatti e vasellame della produzione Florio, realizzati nella fabbrica fondata a Palermo dall’imprenditore Ignazio Florio nel 1882.
Tra gli oggetti esposti ci sono anche alcune ceramiche di produzione di un’ altra importante famiglia, i Giachery.
Precisamente, della L. & E. Giachery & C. che aveva un negozio nell’edificio in via Giovanni Meli, a Palermo, dove è ancora visibile un bassorilievo raffigurante un leone, marchio della famiglia impresso anche nei piatti.
Invece la fabbrica, fondata da Vincenzo, fratello dell’architetto Carlo, molto vicino ai Florio, aveva sede in via Montepellegrino.
Si occupava, in particolare, di vetri e produceva col proprio brand, un leone appunto, ceramiche per la Ginori; chiuse l’attività tra gli anni 1922 e 1923 per i frequenti scioperi in seguito alla Marcia su Roma e fu assorbita dalla Richard.
La mostra sarà impreziosita dall’esposizione di un abito di fine Ottocento.