Maria Matterella è morta questa mattina, dopo una lunga malattia, a Palermo. La nipote di Sergio Mattarella e figlia di Piersanti, 64 anni, era avvocato e ricopriva l’incarico di segretario generale della Regione siciliana. Aveva solo 18 anni quando fu testimone e vide con i suoi occhi l’omicidio del padre, ucciso brutalmente dalla mafia.
Il 6 gennaio del 1980 Piersanti Mattarella, in quel momento presidente della Regione siciliana, era appena salito sulla sulla sua Fiat 132 per andare a messa, quando un killer, ancora senza un volto, si avvicinò all’automobile e fece fuoco con una pistola calibro 38. Quel giorno in macchina con Piersanti Mattarella c’erano sul sedile anteriore la moglie Irma Chiazzese, su quelli posteriori la suocera e l’amata figlia Maria. Fuori, a chiudere il garage dell’auto pronto per salire in macchina, c’era l’altro figlio Bernardo.
Subito dopo lo sparo, il finestrino dell’auto andò in mille pezzi e centrò il bersaglio prefissato. La mafia, in quel modo brutale e davanti tutta la sua famiglia, uccise il politico siciliano, ma non fermò mai gli obiettivi e la lotta per la giustizia che ha sempre caratterizzato i Mattarella.
Maria Mattarella, laureata in giurisprudenza con il massimo dei voti nel 1986, diventa avvocato dal 1995. Dal 1993 era stata assunta alla Regione, dove aveva sempre fatto parte dell’ufficio legislativo e legale. Nel 2015 subisce un altro dolore a causa del lutto per la morte del marito, il professore Alessandro Argiroffi, docente universitario di Filosofia del Diritto.
Ad aprile del 2017 il governo regionale presieduto da Rosario Crocetta aveva nominato Maria Mattarella avvocato generale della Presidenza della Regione siciliana. A dicembre dello stesso anno la giunta regionale, guidata dal presidente Nello Musumeci, la nominò segretario generale della Regione.