Quindici studenti, riuniti in chat, condividevano contro una ragazzina di 13 anni tre prove a settimana: “Passatele accanto ma senza toccarla. Chi la tocca muore ed esce dal gruppo”.
Oppure, ad un segnale convenuto: “Imitate la sua postura e prendetela in giro”. In quindici contro una: per la ragazzina la scuola si era trasformata in un inferno.
La giovane vittima di bullismo aveva iniziato ad arrivare tardi in classe, per non incrociare nessuno nei corridoi, ed evitare così di sentire il clima d’odio creato dai compagni. La madre, che nel frattempo aveva notato dal registro elettronico i continui ingressi in ritardo, nonostante accompagnasse tutti i giorni la giovane agli stessi orari, ha iniziato ad insospettirsi. Fin quando una ragazza del gruppo, stanca da quell’odio, si è distaccata dal gruppo e ha raccontato tutto alle 13enne aiutandola a denunciare.