Saldi estivi, CIDEC : “A Palermo spesi in media cento euro a famiglia”

Il dato è legato al trend delle vendite registrato nei centri storici e commerciali e nei negozi di vicinato

saldi

É trascorso un mese dall’ avvio ufficiale degli sconti in Sicilia.
La Confederazione Italiana Esercenti Commercianti di Palermo traccia il consueto bilancio sull’andazzo degli acquisti.
Un consuntivo che, nell’estate 2021, tiene conto delle specificità del periodo in corso.
A partire dall’emergenza sanitaria non ancora superata.
Malgrado la chiusura di molte attività e il fermo per i negozi di abbigliamento durato sei mesi, il rendiconto dei risultati non è negativo, secondo le stime dell’associazione di categoria.

L’ ANALISI DELL’ ASSOCIAZIONE DI CATEGORIA

“Dai dati raccolti – spiega il presidente provinciale della CIDEC Salvatore Bivona – emerge che, in media, le famiglie palermitane abbiano speso, ad oggi, cento euro per comprare abiti e calzature“.

Salvatore Bivona, presidente della CIDEC di Palermo
Salvatore Bivona, presidente della CIDEC di Palermo

Nessun numero esaltante in termini di vendite, dunque, ma un timido segnale che va nella direzione della voglia di tornare alla normalità.
Scommettendo, seppur modestamente, sul futuro.
Il dato relativo alla spesa dei nuclei familiari scaturisce dal trend delle vendite registrato nei centri storici e commerciali.
Le stime includono anche i cosiddetti negozi di vicinato.
“C’è stata – afferma il presidente dell’associazione datoriale – una modesta ripresa del commercio di prossimità, sempre più a rischio a causa delle vendite on line”.
E sempre più minacciato dai grandi empori commerciali.

RISTORI INSUFFICIENTI E IMPRESE PENALIZZATE

I saldi, dunque, sembrano avere funzionato, anche se, per ragioni legate alla pandemia, la presenza di turisti  e il tradizionale shopping sono ancora limitati.  
A preoccupare la CIDEC, semmai, è l’erogazione dei ristori.
Agli inizi della primavera Salvatore Bivona, che ricopre anche la carica di presidente regionale dell’organizzazione sindacale, aveva espresso forti perplessità sulle modalità di controllo della spettanza delle risorse.
Secondo le previsioni, nell’isola il quaranta per cento delle imprese non avrebbe ricevuto alcun sostegno.
“Così è stato, purtroppo – afferma – poiché a molte aziende è stato impedito addirittura di accedere ai ristori”.
“Tutto ciò – precisa – per via della farraginosità di alcuni calcoli legati a un software elaborato dall’Agenzia delle Entrate nel quale si inseriscono le medie mensili senza tenere conto, ovviamente, delle singole peculiarità aziendali”.