Cimitero dei Rotoli, l’omelia di Monsignor Lorefice: “Individuare le responsabilità di questo scempio”

Parole nette quelle usate stamani dall’arcivescovo di Palermo in occasione della liturgia nella chiesa di Santo Spirito, al cimitero di Sant’Orsola

Lorefice

Si è tenuta stamani la liturgia nella chiesa di Santo Spirito, al cimitero di Sant’Orsola, presieduta dall’arcivescovo di Palermo, Corrado Lorefice. L’appuntamento alle ore 9 in occasione della commemorazione dei defunti ha visto un folto numero di fedeli riunirsi per pregare per i propri cari deceduti. La riflessione sulla morte ha altresì offerto lo spunto per una critica all’attualità, che vede a Palermo una situazione desolante come quella del cimitero dei Rotoli, dove sono 1.166 le bare accatastate a deposito, in attesa di una degna sepoltura.

“Occorre individuare le responsabilità di questo scempio”

“Siamo tutti membri di una comunità, del corpo di Cristo – ha detto l’arcivescovo di Palermo nel corso dell’omelia -. E come membri ci apparteniamo l’un l’altro. Per questo noi cristiani custodiamo i nostri morti e la vita. Crediamo nel Signore che ci dà vita in abbondanza. Noi preserviamo la vita perché questa è la nostra fede, non perché siamo retrogradi e figli di una cultura pre-scientifica”.

“1.166 bare da anni insepolte – ha affermato Monsignor Lorefice scendendo nello specifico della situazione dei Rotoli -. Ci sono delle chiare responsabilità. Di ciascuno di noi, di chi deve governare e chi ha tutto l’interesse perché ci sia una situazione di questo generare. Noi ci indigniamo perché siamo innanzitutto esseri umani e cristiani. I nostri cari devono avere degno sepoltura. Un forno crematorio che non funziona da anni, corpi non affidati alle tombe e alla terra. Non è possibile tutto questo, deve finire. Per questo esprimiamo solidarietà e vicinanza ai familiari di quanti ancora non trovano degna sepoltura nel nostro cimitero”.

“Giustizia e rispetto dei nostri morti chiedono che venga allo scoperto l’origine di questa profanazione: burocrazia, interessi occulti e deresponsabilizzazione devono avere un nome”. Così ha poi rincarato la dose il seguito dell’omelia. “Noi dobbiamo custodire i corpi, a cominciare da questo luogo, da questo cimitero. Non possiamo continuare ancora a vedere i corpi dei nostri cari profanati. Ci dev’esser dato di venire a commemorare i nostri morti in una degna dimora”.

Occorre individuare le responsabilità di questo scempio. Occorre agire tempestivamente sulle cause, chiamarle per nome – ha insistito Monsignor Lorefice -. Non ci saremmo aspettati di avere sotto i nostri occhi anche quest’anno una tale orribile e nefasta visione. Rivendichiamo uniti una degna sepoltura dei nostri cari defunti”.  

Cimitero dei Rotoli: “La più grave ferita della città”

Proprio sull’incresciosa situazione del cimitero palermitano è intervenuto nelle scorse ore il sindaco Roberto Lagalla. Dopo oltre due anni, si è ricominciato a seppellire ai Rotoli che, negli ultimi due mesi, hanno visto 90 sepolture effettuate. Intanto, proseguono i lavori lungo i viali del cimitero di Vergine Maria per la sistemazione di loculi ipogei e il ripristino dei campi di inumazione da tempo abbandonati, funzionale al recupero di nuovi posti per le sepolture. Inoltre, sono già arrivati e saranno posizionati, a breve, lungo alcuni viali del camposanto, oltre 300 loculi che, una volta montati e installati, permetteranno di proseguire con lo smaltimento delle bare nei depositi.

“Finalmente è stato possibile ricominciare a seppellire e, sebbene i lavori siano iniziati da soli due mesi, i palermitani che faranno visita ai loro defunti in queste ore potranno trovare certamente un luogo più decoroso”. Così ha dichiarato il sindaco in previsione della ricorrenza odierna. “Il percorso sarà lungo e complesso perché la situazione presa in mano da questa amministrazione era drammatica. Quella del cimitero è certamente la più grave ferita della città, ma stiamo lavorando incessantemente per dare degna sepoltura ai morti che attendono da troppo tempo e offrire le dovute risposte ai familiari, mortificati da una lunga e ingiusta attesa. Infine, tengo a ringraziare tutti gli operatori che in questi giorni si sono impegnati, in prossimità della celebrazione dei defunti di domani, per rendere ancora più puliti e dignitosi i cimiteri comunali”. 

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