Cimitero di Monreale, chiesto il rinvio a giudizio per 25 imputati

L’indagine risale al 2018 quando i Carabinieri hanno scoperto che a gestire il cimitero di San Martino delle Scale era una vera e propria associazione a delinquere

cimitero

Il pubblico ministero Alfredo Gagliardi ha chiesto il rinvio a giudizio per i 25 imputati coinvolti nell’inchiesta sulla gestione del cimitero di San Martino delle Scale, a Monreale in provincia di Palermo. La vicenda risale al maggio 2018, quando i carabinieri di Monreale hanno arrestato cinque persone. Sono tutte accusate di truffa, falsità in atti pubblici commesse da privati, falsità in certificazioni, violazione di sepolcro, vilipendio delle tombe, vilipendio di cadavere, occultamento di cadavere, distruzione, soppressione e sottrazione di cadavere. 

GLI ARRESTATI A PROCESSO

Una vera e propria organizzazione criminale composta da Giovanni Messina, 70enne palermitano, Salvatore Messina, 38enne palermitano, Salvatore Messina 24enne palermitano, Antonino Campanella, 33enne palermitano e Erminia Morbini, 74enne monrealese e moglie di Giovanni Messina.

Nell’inchiesta sono coinvolte, inoltre, altre 20 persone: Rosalia Vitrano, Salvatore Messina detto “Nasone”, 41 anni, Luigi Messina, Benedetto Messina, Salvatore Cesare Messina, Michele Musumeci, l’ex dirigente dell’ufficio tecnico del Comune e responsabile dei Servizi cimiteriali, Maurizio Busacca, il funzionario tecnico dell’Edilizia privata del Comune, Salvatore Palazzo; l’impiegata comunale Maria Pia Cappello; il l funzionario amministrativo del Comune, Salvatore Ganci; lefunzionarie di Stato civile Rosa Turdo, Giuseppa Salamone, Rosalia Marchese e Cristina Russo; il coordinatore sanitario e dirigente dell’Asp 6, Ernesto Martino D’Agostino. E infine i medici dell’Asp Michele Amato, Salvatore Ciofalo e Francesco Paolo Sutera.

CIMITERO DEGLI ORRORI

Dalle indagini è emerso che il cimitero, di proprietà dell’Abbazia Benedettina, era gestita in maniera illecita da un’associazione per delinquere. A denunciare la vicenda alcuni parenti di defunti sepolti proprio nel camposanto di Monreale. L’organizzazione criminale continuava a rendere disponibile per le sepolture il cimitero, nonostante fosse saturo. Venivano svuotati i loculi per fare spazio alle nuove sepolture con una richiesta di pagamento di 5.000 euro ai familiari che desideravano una sepoltura per i propri cari. Alcuni degli indagati avrebbero distrutto decine bare a colpi di pala, profanato tombe e buttato i resti di moltissimi defunti, urinando persino sulle sepolture.

L’udienza proseguirà venerdì prossimo e il 22 ottobre dove interverranno i legali. Al processo, inoltre, il Comune di San Martino delle Scale si è costituito Parte Civile.

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