No a cibi e bevande nei cinema, la categoria non ci sta: “Provvedimento scellerato”

La nota di Eugenio Siviglia, presidente regionale UECI, contro il provvedimento governativo che vieta cibi e bevande nei cinema

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Il Governo ha vietato il consumo di cibi e bevande al chiuso, in luoghi quali in cinema e teatri o per eventi sportivi. La decisione non è certamente passata inosservata gli addetti al settore, che ne reclamano la rimozione.

“Gli ultimi provvedimenti del Governo relativi alle sale cinematografiche hanno dato un colpo mortale a queste attività in un momento di delicata ripresa”. Così ha dichiarato Eugenio Siviglia, presidente regionale UECI (Unione Esercenti Cinematografici Italiani), che ha definito il provvedimento “insensato ed immotivato”.

Cinema, il divieto di cibi e bevande

“È stato infatti più volte ribadito e dimostrato – si legge in una nota – che i cinema si sono rivelati tra i luoghi più organizzati e sicuri nel contesto dell’epidemia data da Covid-19 in Italia, con un numero di contagi pari quasi allo zero rispetto a molte altre attività”.

“Ancora una volta i cinema vengono penalizzati dalle decisioni prese dal Governo, che neppure si presta ad un dialogo con le associazioni di categoria. Con quale criterio e con quali spiegazioni scientifiche è stata proibita la vendita di cibo e bevande all’interno dei cinema? Dobbiamo allora chiederci perché altre attività come bar, ristoranti e pub continuano giustamente ad operare con consumazioni all’interno senza essere penalizzate”.

Siviglia prosegue: “Abbiamo dimostrato zero contagi nei cinema italiani; abbiamo ridotto la capienza dei locali al 50%; abbiamo garantito un valido sistema di continuo riciclo dell’aria (di cui tutti i cinema sono dotati obbligatoriamente) ed abbiamo inserito l’obbligo di indossare la mascherina tanto che – da un giorno all’altro – ci è stato finalmente concesso di ospitare il 100% di spettatori all’interno delle sale. Proprio quando ci apprestiamo a fare scorte di cibo e bevande per tutto il periodo natalizio arriva il disastro non annunciato dal Governo. Il risultato? Incassi al -73% e milioni di euro di cibo e bevande che saranno buttate via. Per non parlare del personale dei bar, che rischia inevitabilmente il licenziamento”.

Le proposte dell’UECI

L’UECI chiede dunque di rivedere lo “scelerato provvedimento il più velocemente possibile, per cercare di salvare il salvabile”. Avanza anche delle proposte: “Ci permettiamo di suggerire che andrebbe pur bene l’obbligo di indossare la mascherina di tipo FFP2, l’obbligo di possesso del Super Green Pass ed al massimo una capienza del -30% all’interno delle sale, in modo tale da creare un minimo di distanziamento. Chiediamo però di eliminare al più presto il provvedimento relativo alla consumazione di cibo e di bevande, proprio per gli incredibili danni, – a parer nostro immotivati – che quest’ultimo porta con sé”.

“Senza un giusto provvedimento conteremo tantissime imprese che saranno costrette a chiudere i battenti, perché non avranno più la forza economica per risollevarsi dalle pesanti conseguenze di questa pandemia. Se continuiamo in questo modo, l’unico risultato che otterrà il Governo sarà quello di ritrovarsi davanti a una lunghissima lista di licenziamenti e di partite IVA che chiudono. Vi chiediamo: è davvero questo lo scempio a cui volete assistere? UECI vi grida di far presto a rivedere la normativa, perché domani potrebbe comunque essere troppo tardi”.

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