Riaprono i cinema: Tiffany e Metropolitan restano chiusi, Di Patti:«Mancano le condizioni»

Saverio Di Patti, l’imprenditore palermitano che, oltre al Metropolitan, assieme ai fratelli ha rilanciato anche il cinema Tiffany, a 360° sulla situazione del settore nel post emergenza sanitaria.

Soltanto ascoltando la testimonianza di chi vive sulla propria pelle i disagi se ne può comprendere la gravità, e, di conseguenza l’adozione di determinati provvedimenti. E’ il caso ad esempio del mondo dei cinema che, assieme al comparto dello spettacolo in generale sta soffrendo maledettamente il post pandemia. In un tessuto socieconomico già provato di suo come quello italiano, l’emergenza sanitaria scoppiata con l’avvio del nuovo anno potrebbe dare la mazzata definitiva. Tante aziende, già alla canna del gas, guardano con apprensione ad un futuro a tinte fosche. Una prospettiva che avrebbe potuto non riguardare il grande schermo, la cui fase ascendente, dopo l’annus horribilis del 2018 (il peggiore per le sale italiane dei precedenti 10 anni), ha fatto registrare un ottimo 2019 e un inizio 2020 più che promettente.

Se non che, sono state proprio le misure anticontagio a sconsigliare agli stessi esercenti, in Sicilia ma crediamo un pò ovunque, la riapertura dei cinema, prevista, secondo l’ordinanza del governatore Musumeci lunedì prossimo, giorno otto giugno. La convinzione è quella di essere costretti a richiudere dopo un mese o anche meno. Le sanificazione previste ad ogni spettacolo, il controllo della temperatura all’ingresso e soli duecento spettatori in sala infatti, sono regole che non possono fare rima con la parola ripartenza. A spiegarcene i motivi è Saverio Di Patti, l’imprenditore che, già titolare del Cityplex Metropolitan, assieme ai fratelli ha trasformato in una moderna multisala anche il Cinema Tiffany. 

200 INGRESSI NELLE SALE DATO FUORVIANTE

“E‘ vero, le misure adottate in questa fase di ripartenza sono talmente astringenti che risulta perfino anti economico riaprire i battenti. Diciamo che la politica, e non parlo chiaramente soltanto del mio settore, dovrebbe ascoltare chi certi contesti li vive nel quotidiano. Studiarne a fondo le dinamiche dovrebbe essere fondamentale e doveroso prima di prendere determinati provvedimenti. Trovo profondamente penalizzante ad esempio – continua Saverio Di Patti intervistato da Palermo Live -, l’imposizione di dovere chiudere esclusivamente i bar all’interno dei cinema, il cui indotto è per noi molto importante. Per non parlare del fuorviante dato dell’ingresso consentito a 200 persone per sala, dal momento che le stesse vanno calcolate in rapporto a una sala da almeno 1000 posti.  Se si considera che di 200 e 300 posti è il taglio medio delle nostre sale, anche un bambino capirebbe che i conti non tornano. Mascherine da indossare durante tutta la durata dello spettacolo, anche stando vicini a congiunti, sia per quanto riguarda sale chiuse che arene sono poi provvedimenti che non farebbero altro che allontanare la gente. Mentre – afferma l’imprenditore palermitano – , per ciò che concerne la sanificazione delle poltrone nell’alternanza degli spettacoli, stando a quanto affermato da esperti del settore potrebbe essere inutile nell’ottica di debellare il covid-19. Anzi, persino controproducente per le stesse, confortevoli poltrone che, ad esempio nel caso delle sale del nuovo Tiffany sono costate davvero tanto”. 

BOMBA SOCIALE DIETRO L’ANGOLO

Stando ai dati emessi dalla Regione Siciliana, la curva dei contagi ormai costantemente pari a zero, o quasi, secondo Saverio Di Patti potrebbe prevedere un ulteriore alleggerimento delle misure restrittive. “Durante una pandemia essere cauti e adottare i dovuti accorgimenti è un atto dovuto. Al contempo, credo che, nell’ottica dell’adozione di determinati provvedimenti, soprattutto quando gli stessi hanno a che fare con il tessuto economico di una regione, sarebbe stata opportuna una distizione tra zone rosse come la Lombardia, letteralmente falcidiate dal virus, e zone meno colpite come la nostra Sicilia. Viceversa, ma questa è una mia personale convinzione, si rischia di fare del terrorismo psicologico. In tal senso – commenta amaro Di Patti a Palermo Live – , penso a quanto sarà dura per tante persone tornare a riempire le sale, luoghi di per sè chiusi e potenzialmente insidiosi quando si parla di virus. E ancora, visto che non ci è dato sapere che piega prenderà la questione contagi nel medio breve periodo, credo che la cosa migliore sarebbe vivere il momento, che, a quanto ci dicono gli esperti in Sicilia fa registrare dati molto incoraggianti. E non è un discorso “pro domo mea” – prosegue l’imprenditore -, quanto piuttosto allargato all’intero tessuto economico della nostra città. Mi chiedo infatti cosa accadrà a settembre, quando finirà la moratoria dei mutui e delle tasse. La risposta, terribile ma purtroppo verosimile è che rimarranno in piedi pochissime aziende. Il rischio è davvero quello che venga innescata una bomba sociale. E in tutto questo teniamo ben presente, tra le altre cose, che i cosiddetti sostegni da parte dello Stato la stragrande maggioranza degli imprenditori e dei lavoratori in genere non li ha visti.” 

IL RISCHIO DI UN EFFETTO DOMINO

Infine, un pensiero a quello che potrebbe divenire un pericoloso effetto domino, Saverio Di Patti lo dedica a tutte quegli esercizi che, in maniera integrata lavorano settimanalmente coi cinema.”Bisogna tenere conto che, un cinema che rimane chiuso, va a condizionare tante altre attività attorno alle quali ruotano decine e decine di lavoratori e figure professionali. Ristoranti, bar, pizzerie, imprese di servizi varie ma non solo. Una situazione chiaramente drammatica, che dispiace”. L’auspicio rimane quello di riappropriarsi della normale quotidianità, di riprendere a lavorare come sempre fatto affinchè la gente possa tornare, in tutta serenità ad affollare quella macchina dei sogni chiamata cinema. “Certamente, ma solo quando ci saranno le condizioni giuste per farlo. Per rendere l’idea della compattezza che caratterizza il nostro comparto, basti considerare che in Italia apriranno soltanto quattro cinque sale del circuito “The Space” e “Uci”, noti colossi del settore. Palermo e i palermitani hanno da sempre risposto alla grande al fascino del grande schermo, non si spiega altrimenti il mezzo milione di ingressi fatti registrare mediamente negli ultimi anni dai nostri cinema. Spero tanto  – conclude Di Patti – che si possa ricominciare da dove si era interrotto”

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