In vista dell’imminente stagione estiva, quello delle spiagge prese d’assalto dai bagnanti non può che essere l’argomento principale. La voglia di vacanza, di sole e di mare è tanta, a maggior ragione se si viene da tre mesi di forzato, quanto dovuto, lockdown. Adesso, giovani e meno giovani, confortati dai dati che, quotidianamente attestano l’affievolirsi dell’aggressività del covid-19, hanno deciso di godere appieno dell’allentamento delle restrizioni. Già nelle scorse settimane, un antipasto “bonsai” di ciò che potrebbe verificarsi tra luglio e agosto lo ha dato il litorale della città di Palermo: gremito di gente dall’Addaura a Barcarello, passando per sua maestà Mondello.
Tra gli estremisti della cautela, e gli strafottenti del “goditi la vita tanto ormai è tutto finito”, una cosa è certa: la stagione balneare siciliana può dirsi salva, seppur con riserva. Questo perché, a rigor di logica, il flusso di turisti stranieri, ma anche quello degli stessi vacanzieri nostrani, non potrà mai raggiungere i livelli degli anni precedenti. Il coronavirus ha lasciato il segno, profondo e per tanti forse anche indelebile. Ecco perché certe scene come quelle viste oggi nella spiaggia di Magaggiari, a Cinisi, hanno fatto storcere la bocca a molti.
Nella via Pizzoli, lungomare attrezzato del comune sito a 30 km dal capoluogo siciliano, effettivamente è come se il coronavirus fosse stato null’altro che una fastidiosa, quanto trascurabile, parentesi. Tra i capanelli di giovani nessuna mascherina ha fatto capolino ma, dato che salta ancora più agli occhi, totale azzeramento del tanto raccomandato distanzianzamento sociale. Una situazione che non può non tirare in ballo l’aspetto relativo alle responsabilità di chi governa.
L’IRA DI PALAZZOLO
“Quella a cui stiamo assistendo non è che una mascalzonata del governo regionale – commenta amaro il sindaco di Cinisi Gianni Palazzolo -. Perché nel momento in cui chi ha le risorse, i mezzi e i poteri per disciplinare una materia che compete a loro, furbamente decide di delegare agli amministratori locali, non fa che il male della propria terra. Qui non siamo in Valle d’Aosta ma nella più grande isola del Mediterraneo, ecco perché ribadisco che un Governo Regionale come quello siciliano, che a livello di contenimento del Covid-19 non si occupa di spiagge, altro non è che un paradosso. Si demanda tutto a noi sindaci, pur conoscendo l’endemica penuria di risorse con le quali siamo quotidiamente costretti a barcamenarci”.
Il sindaco Palazzolo è un fiume in piena. “Ci hanno inibito il potere di ordinanza, una cosa a dir poco vergognosa. Quindi neanche servirebbe volere indossare i panni del Don Chisciotte della situazione” .E alla domanda se fosse o meno il caso di rimproverare tutti quei giovani che hanno affolato il lungomare di Magaggiari, il sindaco risponde.“I Giovani? Io rimprovero Musumeci. Sono stanco dei suoi pipponi sul fatto che dobbiamo comportarci bene. Si concentri piuttosto sulle criticità di un’isola che, vivendo di turismo, non può assistere inerme al disinteresse delle zone balneari, dimostrato fino ad oggi dal Governo Regionale. Da Taormina a San Vito Lo Capo, da Cefalù a Cinisi, la situazione è fortemente critica. Mi chiedo, ad esempio, di quante persone dovrei disporre per il controllo di una spiaggetta come quella di Magaggiari, che in estate si riempie fino a duemila persone. Con quali risorse, ad esempio, dovrei dotarmi di scanner o di altri dispositivi di contenimento. La verità, l’unica – continua Palazzolo a Palermo Live – è che manca una seria programmazione, una valida capacità gestionale, e che noi sindaci dei piccoli comuni siamo abbandonati a noi stessi pur avendo grandi responsabilità”.
Zone come quelle del litorale a nord ovest di Palermo, per movimentare il proprio volano economico, contano in maniera decisiva nella stagione estiva. La paventata frenata del turismo causata dall’emergenza sanitaria, in tal senso atterrisce Gianni Palazzolo. “Non so se vi rendete conto di cosa possano significare realtà come Città del Mare, il Florio Park Hotel o l’Hotel Magaggiari, fiori all’cchiello del turismo del nostro territorio a rischio apertura. D’altronde, chi può biasimare tutte quelle persone che, in mancanza di rassicurazioni sanitarie, decideranno per questa estate di disertare i nostri luoghi di attrazione? Senza contare delle centinaia di figure professionali a rischio posto di lavoro. Lo ribadisco, Il Governo regionale, nella persona di Nello Musumeci sta dimostrando tutto meno che il rispetto e l’amore tanto decantati per la Sicilia”.
STESSA MUSICA DA TERRASINI
A volere dire la sua, contattato da Palermo Live è ache il sindaco di Terrasini Giosuè Maniaci, “vicino di casa” di Gianni Palazzolo, primo cittadino di Cinisi nel cui territorio è ubicata la spiaggia di Magaggiari. “Le nostre sono piccole realtà, entro le quali sono operative meno di dieci pattuglie della municipale. Immaginare di toglierle al servizio dei comuni per un pattugliamento di chilometri di costa è qualcosa di improponibile. E non mi vengano a raccontare la storia di un eventuale ausilio dei cosiddetti “controllori civici” – commenta laconico Maniaci – , gente mandata allo sbaraglio con il serio rischio di imbattersi in situazioni poco piacevoli. Semmai, spero di potermi accordare al più presto con la Protezione civile per potere avviare l’Operazione spiagge sicure”.
Anche con il sindaco Maniaci si parla di turismo, così come constatato dalle parole del collega Palazzolo, tasto assai dolente anche per Terrasini. “Quello che auspico è un maggiore controllo sanitario dei flussi turistici destinati alla Sicilia, terra che senza turismo rischia di affondare. Il buon andamento della curva dei contagi mi fa dire che allentare la morsa sulla gente ci può anche stare. Dopo tre mesi di lockdown – prosegue Maniaci a Palermo Live – un po’ di libertà, sempre con le dovute cautele, ci può stare. Aprire i confini a chi viene da fuori, per noi è di vitale importanza. Basti pensare che in aeroporto lavoravano 2500 persone, mentre adesso ne lavorano 40. Nel nostro territorio contiamo tre alberghi costretti ad aspettare il 21 di giugno per riaprire. Se pensate che per ogni albergo ci lavoravano qualcosa come 400 persone, capite bene l’entità del danno socioeconomico a cui stiamo andando incontro. Senza cassa integrazione, senza disoccupazione, con i bonus che non sono bastati e privi di qualsiasi sostegno, mi dicano i nostri governanti cosa possiamo dire noi sindaci ai nostri concittadini per cercare di rincuorlarli. In buona sostanza – conclude Maniaci – credo sia arrivato il momento di passare ai fatti dopo fiumi di parole, questo per il bene di tutti i siciliani“.