Claudia e il ritorno a Palermo per Natale:”Controlli Covid a discrezione”

Una lavoratrice siciliana, al ritorno nella sua terra dal nord racconta:”Le misure anti contagio aeroportuali? Fanno acqua da tutte le parti”.

Sotto il periodo delle festività natalizie, l’ultimo DPCM in tema di contenimento dei contagi da Covid ha diviso l’Italia. C’è chi ritiene poco coerenti le modalità scelte del Governo Conte volte a evitare il più possibile il diffondersi del virus. Intervistata da Palermo Live, la palermitana Claudia, da sei anni lontana dalla sua terra per lavoro, con la sua testimonianza non fa che gettare ombre su quello che dovrebbe essere un sistema  di severe restrizioni locali anti Covid.

LIGIA AL DOVERE

Claudia, vogliosa di riabbracciare la famiglia per Natale, in un post racconta che, da brava cittadina, prima di intraprendere il viaggio ha cercato di districarsi nella giungla di norme avendo come punto di riferimento ovviamente la Regione Sicilia. “Ho cercato le varie ordinanze che dovrebbero regolare l’arrivo in Sicilia e ho trovato quella del 10-12-20 del presidente Musumeci.” Norma dove viene spiegato che “i soggetti che faranno ingresso nel territorio delle Regione Sicilia, sono tenuti alla registrazione sul portale www.Siciliacoronavirus.it. e dovranno essere in possesso dell’esito negativo del tampone molecolare rino-faringeo effettuato nelle 48 ore precedenti l’arrivo in Sicilia.” Ma, come ricorda lei stessa “c’è un problema, considerato che i risultati di un tampone molecolare non arrivano prima di 2/3 giorni lavorativi.

IL CONTROSENSO DEI TAMPONI TRA CHI VIENE DALL’ESTERO E CHI NO

Cosciente di quanto sia importante evitare la diffusione del virus, e per proteggere la mia famiglia avevo già prenotato un tampone rapido al “modico” prezzo di 45€, che mi avrebbe garantito il risultato in mezz’ora. Tuttavia, per attenermi all’Ordinanza regionale ho cambiato la mia prenotazioni ed ho effettuato un tampone molecolare (all’ancora più “modico” prezzo di 90€)”. Claudia è basita, e per rendere l’idea di quanto paradossale sia la situazione racconta. “Basti sapere che ad una mia amica, al ritorno in Sicilia dall’Inghilterra è bastato fare il tampone antigenico, ovvero il tampone rapido, attendibile sì ma non quanto un tampone molecolare. Questo d’altronde è indicato nel sito della Regione. Tutto molto incoerente se si considera quanto in questo momento sia ben più grave la situazione dei contagi oltremanica rispetto alla città di Bologna dalla quale arrivo io”.

UN’IMPIEGATA POCO…ZELANTE

Claudia, nel suo post racconta di avere seguito meticolosamente tutta la trafila consigliata. Per questo si registra al portale dove inserisce di non avere effettuato tampone perché ancora in attesa dei risultati. La sospresa in negativo giunge negli aeroporti, sia di Bologna che di Palermo. Armata di fattura del tampone e autocertificazione infatti, non le viene chiesto nulla in ambedue gli scali. “Addirittura, una volta atterrata al “Falcone Borsellino – racconta Claudia – c’era soltanto un’ impiegata che chiedeva ai vari passanti se volevano fare il tampone. Volevano? Come facciamo a sapere che tutte le persone che sono uscite dall’ aeroporto e non controllate abbiano fatto il tampone?! O che non siano positive? Compresa me?. Insomma, un qualcosa che dovtrebbe essere obbligatoria viene lasciata alla discrezione delle persone. È davvero questo il modo in cui vogliamo arginare questa pandemia ed assicurare dei rientri in sicurezza?. A questo punto non ci resta che avere fede!”.