Cocaina nella cassetta postale: arrestato 36enne dello Zen 2 a Palermo

L’uomo è stato sorpreso nell’atto di cedere lo stupefacente ad un acquirente. Situazione analoga per un 26enne, residente nello stesso quartiere palermitano, che aveva addosso tre dosi di cocaina, oltre a quella che stava vendendo.

cocaina

I carabinieri hanno arrestato due residenti del quartiere “Zen 2” di Palermo, sorpresi nell’atto di cedere cocaina ad altrettanti acquirenti. Si tratta di due episodi distinti, ma in entrambi i casi il reato è di detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti.

Proseguono, dunque, i controlli nel quartiere San Filippo Neri-Zen, dopo gli arresti dei giorni scorsi in via dell’Olimpo, dove a finire in manette erano stati due “topi d’auto”.

Cocaina nella cassetta postale

I carabinieri hanno sorpreso il 36enne, già noto alle forze di polizia, mentre cedeva cocaina a un acquirente. Nella perquisizione, inoltre, hanno ritrovato le chiavi di una cassetta postale usata come deposito per la droga. Qui erano nascoste 19 dosi, oltre alla somma di 220 euro in banconote di piccolo taglio.

I carabinieri hanno proceduto al sequestro dello stupefacente e del denaro rinvenuto. L’arrestato, invece, su disposizione del Pubblico Ministero, è ora agli arresti domiciliari presso la propria abitazione, in attesa dell’udienza di convalida dinanzi al gip del Tribunale di Palermo.

La droga sequestrata immessa nel mercato avrebbe potuto fruttare fino a oltre 2.000 euro. Adesso il Laboratorio Analisi del Comando Provinciale Carabinieri di Palermo si occuperà di analizzarla.

Domiciliari per un 26enne

I militari hanno sorpreso anche il giovane di 26 anni nell’atto di cedere cocaina. La perquisizione personale ha inoltre restituito altre 3 dosi. Il ragazzo è stato ristretto agli arresti domiciliari, mentre il “cliente” è stato segnalato alla Prefettura di Palermo come assuntore.

Nel corso delle operazioni di controllo, i carabinieri hanno infine anche denunciato un 44enne, già destinatario di DASPO Urbano. L’uomo, in via Lanza Scalea, esercitava infatti abusivamente l’attività di guardiamacchine.

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